Ebbene sì, Kid Francescoli prende il suo moniker proprio dal noto centrocampista uruguyano che negli anni ’90 ha giocato a Cagliari e a Torino e che, prima dell’esperienza con le due squadre italiane, è passato anche dall’Olympique Marsiglia, team della città  del produttore francese.

Attivo sin dal 2002, Mathieu Hocine ““ questo il suo vero nome – è arrivato quest’anno al suo quinto LP: dopo la fine della sua relazione sentimentale con la statunitense Julia Minkin, che aveva cantanto nei suoi ultimi album, il musicista marsigliese per questo disco si fa aiutare da quattro nuove cantanti, Samantha, Sarah Rebecca, Nassee e Alizèe aka iOni, che cantano in inglese, francese e portoghese.

Prodotto dal suo storico collaboratore Simon Henner (aka French 79), il nuovo disco dell’esperto produttore transalpino ci mostra un Hocine nel ruolo di cavaliere e non di conquistatore: le donne sono le sue fonti d’ispirazione, oltre che le sue collaboratrici (e la franco-brasiliana Samantha è anche la sua nuova compagna), mentre l’amore è il punto centrale del disco.

Le sue influenze ora vengono meno dagli Stati Uniti e hanno più un sapore mediterraneo, ma senza perdere quelle sue tendenze electro-pop gentili, garbate e sensibili e nemmeno gli ottimi sapori melodici.

L’iniziale “Alive” è decisamente dancey e veloce con le sue percussioni insistenti, pur rimanendo comunque un pezzo elegante, mentre il successivo “Eu Quero”, registrato con Samantha subito dopo il loro primo incontro, pur con i suoi sapori tropicali, riesce a sprigionare raffinati e sinceri sentimenti.

Mentre “My Bad” suona un po’ troppo fuori luogo con quei suoi poco gradevoli synth da discoteca anni “’90, “City Lights” si sposta invece su deliziosi e melodici territori dream-pop e ci va letteralmente volare grazie soprattutto alla raffinata voce di Nassee e ai suoi sentimenti sinceri.

Riflessiva, dai toni bassi e con ottimi arrangiamenti, “The Only One” è senza dubbio il miglior pezzo di questo disco, ma è la successiva e lunghissima (oltre 6′) “So Over” a non convincerci troppo con quei suoi synth ipnotizzanti che ci lasciano davvero poco.

Alla fine dei 40 minuti di “Lovers” ricordiamo, però, la raffinatezza di numerosi dei suoi pezzi e quella grande sua grande voglia di amore: non tutto gira alla perfezione, ma ci sono comunque parecchi spunti interessanti che ce lo fanno piacere.

Photo Credit: Vittorio Bettini