Il disco degli Another Sky non è forse tra i più attesi di questa estate ma sottovalutare i ragazzi di South London sarebbe un grave errore. Max Doohan (batteria) Naomi Le Dune (basso) Jack Gilbert (chitarra) e Catrin Vincent si sono incontrati mentre studiavano alla Goldsmiths University e negli ultimi due anni si sono costruiti la fama di band compatta, affidabile, dalla forte personalità .

Spesso paragonati a Alt-J, Everything Everything, The XX hanno fonti d’ispirazioni eclettiche (da Tracy Chapman ai Talk Talk a Four Tet) e non si tirano certo indietro quando devono trattare temi scomodi (bullismo, sessismo, salute mentale, Brexit) in testi che pungono e colpiscono. Passati rapidamente dall’alt ““ pop dei primi brani a un post rock deciso e tagliente, regalano quarantaquattro minuti di rabbiosa armonia.

Impossibile ignorare la voce di Catrin Vincent: dal riconoscibilissimo timbro scuro, vibrante, quasi ipnotico cattura l’attenzione in brani come “The Cracks”, “Let Us Be Broken”, nel singolo “Fell In Love With The City” con le tastiere melodiche e le chitarre tempestose di stampo quasi shoegaze. E’ la batteria a trascinare “Brave Face” in un crescendo rumoroso, stemperato dal ritmo cadenzato che ben presto diventa esplosivo di “Riverbed” e “Tree”.

Ci sono band che utilizzano gli strumenti per creare un muro di suono dietro cui nascondersi, gli Another Sky invece li usano per mettere in risalto i lati più nascosti e vulnerabili della propria personalità . Succede piuttosto spesso, quando il sound vira in modo naturale verso l’elettronica (la title track, “Life Was Coming In Through The Blinds”) o il ritmo si abbassa in intense ballate (“All Ends”, “Only Rain”).

In un mondo pieno di musica spesso a buon mercato, in cui le uscite rischiano di essere dettate dal CEO di Spotify e non dalla creatività  degli artisti, sincerità  e autenticità  contano eccome. Gli Another Sky ne hanno in abbondanza. Un’altra band da tenere d’occhio in quella che possiamo a tutti gli effetti considerare una new wave britannica.

Credit foto: Steve Turvey