Il trio scozzeze dei Biffy Clyro composto dal frontman e chitarrista Simon Neil e dai fratelli James (basso) e Ben Johnston (batteria) è oramai entrato nel circuito mainstream da un bel pezzo (e probabilmente lo è sempre stato) e sono reduci da un non esaltante album del 2016 “Ellipsis” che si contrappone invece alla riuscitissima colonna sonora di “Balance, Not Symmetry” dello scorso anno.

Arrivati all’ottavo album in quasi venti anni di onorata carriera, questo “A Celebration Of Endings”, uscito lo scorso 14 agosto (inizialmente previsto per il 15 maggio), è stato prodotto ancora una volta da Rich Costey (Franz Ferdinand, Bloc Party, My Chemical Romance, Supergrass, Fiona Apple, Audioslave, Rage Against the Machine) e segue il collaudatissimo percorso, iniziato dopo i primi album più hardcore/grunge, votato a sonorità  tipicamente pop-rock ancorchè senza tralasciare nemmeno per un attimo la classica vena dura e vigorosa. Basta infatti premere play sul lettore per capire che sin dalla traccia d’apertura “North Of No South” i muscoli sono lontani dall’essere flaccidi, laddove il primo singolo “Instant History” ha avuto il compito di depistare con il suo rock addolcito da tastiere, synth e drum machine.

I ragazzi di Kilmarnock hanno esperienza da vendere e ne sono assolutamente consapevoli ed hanno messo sul piatto un disco variegato e godibile dove ogni singola traccia ha la propria e caratterizzante identità , proprio come la voce di Neil sempre riconoscibile e soprattutto pronta nel passare da tonalità  catchy come in “Tiny Indoor Fireworks”, che ricorda le tipiche strutture power-pop dei Bowling For Soup e compagnia bella, o nell’accattivante pop-rock di “Worst type of best possible” a quelle più aggressive della prima parte del disco tra cui “Weird Leisure”, “The Champ” – la cui risolutezza è anticipata da ammalianti note di pianoforte e archi – ma anche nel successivo potentissimo singolo punk rock “End Of”, che si districa tra corpose linee di basso e sprezzanti martellate di drum o, ancora, nel trionfo delle chitarre di “The Pink Limit” ovvero, e soprattutto, nella rocciosa closing track “Cop Syrup” con il suo intermezzo onirico a smorzare i toni metal.

A portare la quiete ci pensano la più classica delle ballate alla Biffy Clyro, “Space”, che si pone al centro del full-length e, verso la fine, “Opaque” nella quale gli archi accompagnano le note della chitarra acustica mentre Neil ci narra che “Ho perso il controllo e ho solo bisogno che le mie canzoni vengano cantate…/Prendi i fottuti soldi, prendi i fottuti soldi…/Questi muri si stanno chiudendo”.

Tirando le somme, “A Celebration Of Endings” è un disco che, sebbene rimane ancorato al sound a tinte rock (spesso hard) tipico della band scozzese, ha avuto il coraggio di aver oltrepassato i soliti confini plasmando – complice anche l’ottima produzione – un lavoro fresco, curato e decisamente piacevole che non scontenterà  i fan più accaniti e che ne raccoglierà  di nuovi, soprattutto quelli “radiofonici”.

Photo Credit: Ash Roberts