All’interno della rassegna musicale (e culturale) Estate Fiesolana ecco il toscano Lucio Corsi: l’avevamo lasciato con l’uscita dell’album “Cosa Faremo da Grandi?” e con alcune date in programma, purtroppo saltate per le note vicissitudini legate all’emergenza sanitaria.

L’Anfiteatro Romano di Fiesole però, oltre a rappresentare una cornice di rara bellezza, è palcoscenico perfetto per rimettersi in pista, e Lucio Corsi (con la sua band) trova il modo di regalare una serata speciale ai numerosi (per quanto debitamente distanziati) presenti. Il fresco da fine estate delle colline fiorentine, aiuta a rendere l’atmosfera ancora migliore.

Per quanto giovane, il grossetano Lucio dimostra di aver assimilato il verbo dei grandi maestri del cantautorato italiano, e rielaborato la lezione delle più istrioniche star del glam nostrano e mondiale, pure nelle movenze come nel vestiario.

La scaletta prevede brani dei suoi due album (tra cui i cavalli di battaglia “Freccia Bianca”, “Trieste” e “Cosa Faremo da Grandi?” per cui scatta un graditissimo bis), ma il cantautore maremmano è bravo anche a rivisitare classici del passato: spiccano “Bufalo Bill” di De Gregori e la brillante “20th Century Boy” dalla galassia Marc Bolan.

Interagisce e scherza con il pubblico che si dimostra affezionato e partecipe, dimostra al contempo un’ottima capacità  di muoversi da solo: recita in proprio proprie poesie scendendo dal palco, in piedi davanti al pubblico, si mette al piano con “Hai un Amico in Me” (a firma Cocciante, ma la cui versione originale è di Randy Newman) celebre per essere stata colonna sonora del cartoon “Toy Story”, maneggia il talkin’ blues con “Senza Titolo”, emoziona con “La Lepre” del suo primo album, omaggia la propria terra d’origine con il celebre canto popolare “Maremma Amara”.

Una bella serata in musica e parole, per un ragazzo che davanti a sè ha un futuro splendente.