E’ stata prima, pare, la morte di Bowie quindi il lockdown ad ispirare e convincere Andy Bell, chitarrista dei Ride ed ex componente degli Oasis (e dei Beady Eye poi), a pubblicare questo “The View From Half Way Down”, una raccolta di materiale inedito ma creato negli ultimi 4 anni e, fino ad oggi, tenuto per gran parte nel cassetto.

Bell è ormai a tutti gli effetti navigato e rispettato esponente del settore (quasi una leggenda, se ci limitiamo allo shoegaze), e quindi è con simpatia ed interesse che affrontiamo questo suo lavoro sulla lunga distanza, a dire la verità  non un esordio vero e proprio visto il suo precedente lavoro dietro al moniker GLOK dello scorso anno, ed altre pillole diffuse a proprio nome negli ultimi tempi. E, gustosa notizia soprattutto per i fan dei vecchi Oasis, c’è pure l’amico Gem Archer alla cura del suono.

Si spazia senza paura e con padronanza dei mezzi in vari sentieri dell’alt rock più liftato con un Bell di fidate chitarre munito, à§a va sans dire: con il riff jangle e lievemente effettato di “Love Comes in Waves”, l’elettronica vagamente ipnotica di “Indica” e “Heat Haze On Weyland Road”, l’arpeggiata e strumentale “Ghost Tones”, la sorella elettrificata “Aubrey Drylands Gladwell” con le sue pennate decise in un sottofondo di chitarra vorticosa, le più lenitive ma comunque dalle buone aliquote lisergiche “Skywalker” e “Cherry Cola” con il suo ordinato giro di basso , il minimalismo evocativo di “I Was Alone”.

Un lavoro certo non impegnativo, e forse nemmeno troppo impegnato, ma dimostrazione del gusto di Bell e della sua buona poliedricità . Regalo più che gradito per i fan della prima ora, ascolto consigliato per i meno experienced.