di Marco Ciardelli

Terzo lavoro per la formazione americana che, a conti fatti realizza il suo album più raffinato e intenso, lavorando moltissimo sul tema della memoria, della famiglia, con un lavoro introspettivo che si dimostra più che valido e sincero per Paul Klein e compagni.

Il singolo “you” che apre l’album è un sogno per chiunque ami la passione che emerge spesso nei suoni della band. Scritta durante il lockdown, è una dichiarazione d’amore sconfinata verso l’infinito: diventerà  un punto fermo della loro discografia.
Il testo cinematografico di “cowboy in LA” e le chitarre asciutte magistralmente prodotte hanno un match perfetto anche grazie ad arpeggi sognanti. Le atmosfere sognanti ed i riff che rimbalzano sembrano benedetti dai delay di Robert Smith e Paul ribadisce l’importanza della fragilità  per riuscire a esprimere quello che ha dentro: come liberare il cuore, come uscire dal fango e come farlo nel miglior modo possibile.
La fragilità  e sempre stata la forza più grande in molte atmosfere dei LANY e questo risulta essere il loro valore aggiunto.

In “If this is the last time” i LANY riescono, con carisma e con vocalizzi epocalmente dolci, a scrivere una canzone d’amore per ogni genitore dall’Argentina alla Cina. Le chitarre possono entrare nel cuore di qualsiasi indie rocker sul pianeta. Superbo lavoro del team, intorno al carisma strabiliante del front man, un carisma che non si vedeva dai tempi del miglior Morrissey per fragilità , potenza, stile e bellezza.
“I still Talk to Jesus” è una poesia gospel, una vibrante confessione che, dal piano e dagli immancabili cori e riff, arriva da una chiesa in legno di periferia nell’Oklaoma diretta in cielo.

In maniera simile, ma nello stesso tempo diversa, questo è quello che succede anche in “paper”, in cui un arpeggio acustico, sulla staccionata immaginifica di un rodeo, parla con il cielo, come per prepararsi ad un incontro con il mondo, ricco di speranza ed amore.
L’attesa sospesa di un incontro con un amore sospirato durante un lungo viaggio è l’atmosfera che si respira in “good guys”, nella quale i LANY raccolgono tutta la loro lucente timidezza, per dimostrare che la sensibilità  ha sempre un suo perchè. “Sharing you” e “bad news” scorrono via come sussurri amorevoli durante un viaggio coast to coast tra slide guitars, arpeggi acustici e sinth vibranti con un ritmo che esalta il mood morbido del disco.
“When you’re drunk” ha un arpeggio molto indie pop in apertura e le liriche, in attesa dei sinth e dei cori magistralmente quasi hip hop come nella migliore tradizione white west cost, sono deliziose nel creare empatia immediata con le nostre orecchie.

“Sad” tende la mano alla fanciullezza ed alla sua timida fragilità , facendoci ballare nel finale.

“(What I wish just one person would say to me)”rinforza il lato acustico e intimo, ma i tappeti elettronici ci riportano ai LANY della prima ora.
Il mondo intero sembra alquanto smarrito durante questo 2020, ma nel mondo dei LANY si continua a credere che la dolcezza abbia una forza imbattibile: “Nobody else” ce lo conferma.

In conclusione, un gran bel disco per il terzetto. Bravi.