Umberto Maria Giardini ha deciso di farci una gradita sorpresa, rispolverando lo pseudonimo Moltheni, con cui aveva brillantemente sostenuto il suo primo periodo in veste di cantante solista. Quel progetto sembrava concluso per sempre, come riportato nel 2010 dal suo sito web chiuso a tempo indeterminato; fu poi lo stesso artista l’anno successivo a ufficializzare il termine di quell’esperienza e l’avvio di una seconda parte di carriera stavolta presentandosi come cantautore col proprio nome e cognome. Nel mezzo tante altre cose degne di nota, in formazioni come i Pineda e gli Stella Maris, varie collaborazioni con spiriti affini e soprattutto la piena affermazione all’interno della scena indipendente nazionale, che lui stesso ha contribuito enormemente a plasmare, divenendone uno degli interpreti più particolari e interessanti. Fino alla ripresa dello storico nome, con l’uscita oggi di un nuovo singolo (anticipazione di un prossimo album di inediti) che ci da’ modo di andare a rendergli il giusto omaggio.

Ecco quindi di seguito la Top 10 brani di Moltheni:

PS   in ogni caso è lo stesso Umberto Maria Giardini a fugare ogni dubbio sulla natura estemporanea della riesumazione di Moltheni, tenendo a precisare che il progetto in questione non esiste più.

10 ““ CORALLO

2008, da “I segreti del corallo”

Quella melodia calda e insinuante ci ricordava qualcosa, infatti è tratta dallo strumentale “Bue” (inserito nell’album “Splendore terrore”, del 2005) ma per l’occasione approda a qualcos’altro: una deliziosa e avvolgente ballata in cui il Nostro duetta con la brava Barbara Adly.

9 ““ FINTA GIOIA

2001, da “Fiducia nel nulla migliore”

Il secondo album di Moltheni arrivava dopo un buon esordio anche dal punto di vista commerciale ma i tempi sono cambiati e c’è aria e voglia di rinnovamento, con canzoni più indirizzate verso l’indie rock, come questa squisita “Finta gioia”, corredata da un video narrativo davvero efficace.

8 ““ L’ETA’ MIGLIORE

2006, da “Toilette memoria”

In questo disco riescono a convivere l’anima sperimentale (conosciuta nel precedente “Splendore terrore”) e quella più folk dell’autore, che in un brano aggraziato e genuinamente sincero come “L’età  migliore” si sposano al pop di più pregevole fattura.

7 ““ MAGNETE

1999, da “Natura in replay”

Tratta dal disco d’esordio, si staglia dal resto della scaletta non solo per una musica fluida e psichedelica ma anche per un testo originale e coraggioso, in quella che possiamo definire a pieno titolo una “anti canzone d’amore”.

6 ““ VITA RUBINA

2006, da “I segreti del corallo”

La prima volta che ascoltai questa canzone, posta in cima alla tracklist di quello che è a tutt’oggi l’ultimo album di inediti a nome Moltheni, ne fui assolutamente rapito. Tutto mi colpiva fino a ipnotizzarmi: la musica lenta e mesta, il testo profondo e viscerale, il modo straordinario in cui Umberto Giardini riusciva ad aprire il suo mondo e una parte del proprio vissuto. Capolavoro.

5 ““ E POI VIENIMI A DIRE CHE QUESTO AMORE NON E’ GRANDE COME TUTTO IL CIELO SOPRA DI NOI

2001, da “Fiducia nel nulla migliore”

Uno dei vertici della poetica di Moltheni, un testo da brividi intessuto in una musica intima e struggente, forte di un arrangiamento tra i più suggestivi del suo catalogo.

4 ““ NELLA MIA BOCCA

2006, da “Toilette memoria”

Nel quarto album di Moltheni, il secondo pubblicato da “La Tempesta Dischi”, diventata negli anni una sorta di rifugio sicuro dove potersi esprimere al meglio delle sue (notevoli) potenzialità , compare anche questa dolente ballata infarcita di immagini magari forti ma di certo azzeccate e di sicuro effetto, sin dal clamoroso incipit: “Credevo di essere un dente marcio/Nella tua bocca/Guai ti guarda/A chi ti sfiora/A chi ti tocca/Come pneumatico gonfiati/Come una rondine puntami/Sciabola brilla e decapita/Questa mia testa”.

3 ““ IL CIRCUITO AFFASCINANTE

1999, da “Natura in replay”

Secondo singolo tratto dal debut – album “Natura in replay”, contribuirà  enormemente al suo successo grazie a un piglio musicale accattivante, un cantato già  caratteristico e riconoscibile (che qualcuno però, in virtù della militanza condivisa nella lodevole etichetta “Cyclope Records”, si affrettò ad accostare a Carmen Consoli), un testo incisivo e diretto rispetto ai suoi standard e, su tutto, un ritornello indimenticabile.

2 ““ GLI ANNI DEL MALTO

2008, da “I segreti del corallo”

Un brano che è esempio fulgido dell’essenza folk e cantautorale insieme di Moltheni: “Gli anni del malto”, assai piacevole all’ascolto, si poggia su una strumentazione acustica impreziosita magnificamente dalle note del piano wurlitzer ed è in grado di avvolgerci in un’atmosfera calda e sognante.

1 ““ NEL POTERE DEL LEGNO

2005, da “Splendore terrore”

Ok, probabilmente nella versione presente in “Toilette memoria” (che differisce leggermente sin dal titolo) la canzone acquisisce ancora maggior spessore a livello musicale, ma l’intensità  e la grazia qui presenti avevano già  raggiunto vette altissime, fino a farci commuovere. Una dedica accorata, intrisa di poesia e struggimento, a Francesco Virlinzi, fondatore della “Cyclope Records”, scomparso prematuramente, che da subito fu conquistato dalle qualità  e dal talento di Umberto.

BONUS TRACK#1 ““ IN CENTRO ALL’ORGOGLIO

1999, da “Natura in replay”

Il primo singolo targato Moltheni non poteva certo passare inosservato, e infatti finì presto nelle rotazioni dei principali canali musicali. Il perchè è presto detto: dalla musica cadenzata, che da aggraziata si fa via via risoluta e intrigante, al testo già  manifesto credibile della sua poetica, fino a un video dal sicuro impatto, gli ingredienti sono tutti miscelati nel migliore dei modi. Un grande esordio davvero!

BONUS TRACK#2 ““ NUTRIENTE

2000, da “Natura in replay” (ristampa con l’inserimento del brano in questione)

Forte di un successo crescente anche Moltheni (al pari di tanti altri artisti di area rock alternativa che in quegli anni si cimentarono su quel prestigioso palco) tenta la carta del Festival di Sanremo. La classifica non gli sorrise molto, attestandolo ingiustamente al penultimo posto su diciotto partecipanti, ma i più attenti ascoltatori si accorgeranno presto di questo ragazzo schivo e tuttavia in grado di emozionare e coinvolgere. Uno come lui sa trasmettere ciò che ha dentro.

“Manchi d’ironia/Manchi di ciò che mi occorre al momento/Come il colpo che dai ai miei fianchi/Innocenti, latenti/Manchi d’ironia/Poi mi circondi rimanendomi di fronte/Mentre continui a parlare/Tradisci e mi uccidi lentamente”: di fronte a questi ispirati versi è veramente impossibile rimanere indifferenti.

BONUS TRACK#3 ““ PER CARITA’ DI STATO

2009, da “Ingrediente novus”

Uno dei due inediti (assieme all’ariosa e melodica “Petalo”) dell’ottima raccolta “Ingrediente novus”, a suggellare una carriera ricca di lavori di qualità  e pregio, è “Per carità  di stato”, brano sull’onda della miglior musica d’autore, in cui Moltheni condivide tutto il suo disappunto e la sua amarezza per la situazione contingente, passando con disinvoltura (e con la maestria dei più grandi) dalla narrazione della sfera pubblica a quella del proprio io: “L’Italia in cancrena/Come befana incurvata in avanti con la schiena/Divisa in due, proprio come noi due/L’Italia nei tuoi occhi/Di ciò che provochi quando mi tocchi/Quando non c’è da fare niente/Nell’immondizia del mio cuore, che come vedi,Non è apparente/Io sono l’Italia che muore, L’Italia che muore”.

Foto di Daniele Franchi