La nostra società , di cui il mondo virtuale della rete ne è la cruda e purtroppo, tristemente, più veritiera rappresentazione, è profondamente divisiva ““ siamo costretti a coesistere, a condividere ““ quando il virus ce lo permette ““ spazi e luoghi comuni, ma non siamo fratelli, nè tanto meno amici, anzi siamo sempre propensi a scagliarci contro un nemico comune; godiamo nel farlo, quanto più questo nemico ci appare diverso, anomalo, strano, non perfettamente conformato ed omologato a quelli che riteniamo essere i modelli e gli schemi di pensiero e comportamento vincenti.

I giudizi corrosivi e distruttivi di “Existential Reckoning” viaggiano rapidi grazie ai synth, attraverso un miscuglio di pop robotico, chitarre dilatate ed atmosfere addolorate che danno vita ad una sorta di new wave triste e disillusa, nella quale la fiducia e l’allegria degli anni Ottanta sono state sostituite dai veleni, dalle accuse, dagli sguardi ostili che siamo soliti scambiarci nella nostra monotona quotidianità . I Puscifer ne sono nauseati, più che rattristati, ed affidano il loro disgusto alle sfumature ed alle pieghe elettroniche di quest’album, un amalgama riuscito di gusto retrò e momenti sci-fi nei quali Maynard James Keenan ci sprona a guardare oltre, oltre il nostro presente al collasso, verso tutto ciò che di misterioso, alieno e sconosciuto è celato lì fuori, tentando di trovare una placida strada sonora che possa permettere al nostro spirito di entrare in sintonia con le vibrazioni dello spazio cosmico.

Quest’ultimo lavoro a nome Puscifer si colloca, per certi versi, da un punto di vista dell’approccio emotivo e delle sue vibrazioni oscure, nel solco scavato dagli ultimi A Perfect Circle con “Eat The Elephant“, con un’ovvia e chiara predilizione per i passaggi più sintetici, artificiali ed industriali, che vengono mediati da intermezzi più umani e chitarristici, oltre che dalle suadenti e solenni linee vocali di Keenan e Carina Round, che hanno il compito di dare profondità  e spessore sentimentale ai brani, accendendo l’indispensabile scintilla di luce e speranza da contrapporre alla gelida, buia ed inevitabile notte verso cui l’Uomo moderno si è ormai avviato da un pezzo. Forse, dunque, i Puscifer non sono così lontani e nauseati come vogliono farci credere.