Se si escludono due singoli, “Emily Closer” del 2010 e “Rusted” del 2014, dobbiamo fare un salto di ben 25 anni per imbatterci nell’ultimo album dei Wake (1996, album Nine Ways). La  goth-rock band di Columbus (Ohio), nonostante non abbia mai avuto una giusta considerazione nella propria terra, si era guadagnata la giusta attenzione tanto da poter essere definita una cult band in quella che viene definita la “second wave” del genere gotico, nei primi anni novanta. Nonostante i due singoli precedentemente dati alle stampe, erano ben pochi i fan che avrebbero scommesso sul ritorno della band. In realtà , Troy Payne e gli altri componenti della band non avevano mai smesso di mantenere contatti reciproci. E come il fuoco si nasconde nella brace e mantiene tutto il suo potenziale in attesa di sprigionare le fiamme, così la band americana ha sorpreso tutti con questo album che ha il pregio di cancellare gli anni che scorrendo hanno scavato rughe nella pelle ma non di certo scalfito la loro vena compositiva.

“Perfumes and Fripperies” è quindi un album sofferto ma ponderato, un album che ha avuto bisogno di tempo per darsi una forma. Servono soldi, serve che ogni componente della band risolva le proprie questioni personali o che gli impegni famigliari concedano un po’ di spazio.

Sin dalle prime note del disco scopriamo che la band non ha abbandonato il proprio territorio, dove tra l’altro aveva sempre dimostrato di muoversi con disinvoltura. La voce baritonale di Payne è potente, malinconica, profonda, sofferta, cupa e corposa. I vecchi fan non resteranno di certo delusi, spesso i cambiamenti non sono mai presi con diplomazia.

L’album quindi ci riporta alle atmosfere che band come  Sister of Mercy o i Clan Of Xymox sapevano creare nello loro periodo di grande splendore. Ovviamente il tempo ha anche come compagna di viaggio l’evoluzione: i Wake sono stati capaci di rendere il loro suono moderno, in linea con le nuove energie del post punk, o per dirla meglio, del revival post punk, che continua a sorprenderci in questi ultimi anni con uscite di grande qualità .

La chitarra dello storico compagno di viaggio Rich Witherspoon, le linee di basso di   James Tramel e la batteria, ordinata e potente di Daniel   C fanno di “Perfumes and Fripperies” un disco che potrebbe risultare di piacevole ascolto anche a chi non è propriamente un fan del genere.

Photo credit Gish Blaylox