Tra una cosa e l’altra (pandemia, lavoro, bebè) sono finito col vedere “Tenet” soltanto adesso, in DVD. Dato il buzz che si era scatenato intorno al film, che a pellicola in sala aveva assunto i connotati di una guerra tra detrattori e fan incalliti, devo dire che il ritardo è stato provvidenziale e mi ha consentito di guardarlo senza ansia da opinione non richiesta.

Lo dico subito e lo dico da fan di Nolan, purtroppo “Tenet” non vede neanche col binocolo i film migliori del regista e sceneggiatore britannico. Questo non ne fa però un brutto film, anzi.
Pensateci un attimo, e qui mi rivolgo ai detrattori, anche ammettendo che la struttura labirintica da master of mind-fuck e tutta la questione dell’inversione entropica siano semplicemente espedienti per mettere in piedi le spettacolari scene d’azione di cui il film è tempestato, rimarrebbe inconfutabile il fatto che si tratta di uno dei più spettacolari giocattoloni d’azione mai visti. La scena in autostrada, quella dell’aereo e, soprattutto, quella finale in cui il team rosso e il team blu agiscono all’unisono tra esplosioni, implosioni e ri-esplosioni non facendoci capire un emerito cazzo sono così spettacolari da stordire.
Come film d’azione, in fin dei conti “Tenet” è anche piuttosto canonico e con il suo continuo scorazzare per il mondo (Vietnam, Estonia, Costa D’Amalfi, Russia, Svezia) di missione in missione, di contatto in contatto, rimanda ai migliori 007.

Nella sua follia per impallinati di riferimenti criptici e incastri impossibili, la trama ha anche una certa coerenza. Vero è che, per (non) spiegare certe incongruenze, Nolan se ne esce (per bocca della scienzata del progetto Tenet) con quella cosa de “non capirlo, ma sentirlo“, ma per sommi capi la questione del perchè e per come (a costo di scommettere la propria stessa esistenza) il nemico del futuro voglia sterminarci a me pare anche abbastanza chiara.

Fondate tutte le critiche sulla scrittura dei personaggi, mai così poco approfondita in un film di Nolan, che appaiono così generici da finire fagocitati senza alcuna distinzione dal turbinio ipercinetico dell’azione.