I canadesi Dirty Nil sono ritornati con il loro terzo album, “Fuck Art”, che arriva a poco più di due anni di distanza dal precedente, “Master Volume”.

La band-alt rock di Hamilton, Ontario lo ha registrato in appena due giorni agli Union Studios di Toronto insieme al noto produttore John Goodmanson (Sleater-Kinney, Nada Surf, Blonde Redhead, Los Campesinos!), proprio mentre il lockdown stava per iniziare: i lavori sono poi terminati da remoto, scambiandosi i file avanti e indietro, mentre in seguito il cantante Luke Bentham è andato tre sere a settimana al Tape Studio per registrare i vocals, dopo che il locale era stato totalmente igienizzato.

A parte questo, però, “Fuck Art” – a livello lirico ““ non ha nulla a che vedere con l’attuale pandemia perchè, come ci fa sapere la press-release, i suoi testi parlano di argomenti come relazioni sentimentali che non funzionano, biciclette rubate e l’ansia di entrare nei 30 anni.

Come ci si puo’ aspettare dal titolo, la rabbia e l’adrenalina non mancheranno in questo terzo full-length del trio canadese: già  l’iniziale “Doom Boy” ne è una dimostrazione con il suo intro che nulla ha da invidiare a una band heavy-metal con i suoi potenti assoli di chitarra, il suo drumming furioso e un’energia invidiabile, ma Bentham e compagni sono anche capaci di aggiungere un tocco melodico che rende il pezzo più accattivante.

La successiva “Blunt Force Concussion” respira alt-rock anni ’90 che a più di qualcuno ricorderà  i primi Weezer, mentre “Hang Yer Moon”, con la sua interessante linea di basso che sembra sempre pronta a esplodere, svela in realtà  la parte più morbida e sentimentale dei Dirty Nil.

Non facciamoci poi ingannare da “To The Guy Who Stole My Bike” che ha sì un tono più meditativo nei vocals, ma i suoi potenti riff di chitarra ci riportano verso territori molto duri.

Un lavoro che sicuramente prende una grande ispirazione dal passato e non porta grosse novità  sotto il punto di vista musicale, questo “Fuck Art” rimane, però, un album solido ed eccitante: se volete iniziare il 2021 con tanta energia e sfogare un po’ della rabbia accumulata nell’anno passato con un po’ di sano rock, questo disco puo’ fare il caso vostro.