Collettivi italiani crescono. I Linda Collins vengono da Torino e sono formati da un gruppo di artisti con solide esperienze alle spalle nella scena piemontese nata attorno allo Spazio211, che speriamo possa riprendersi al più presto dal grave furto subito. Alberto Garbero (chitarre) Massimiliano Esposito (sintetizzatori) Vincenzo Morreale (basso) e Pietro Merlo (batteria) si sono fatti le ossa in band come Olla, Caplan insieme a musicisti che ritroviamo ospiti nei dieci brani di “Tied”.

Non degli esordienti dunque ma veterani che col progetto Linda Collins puntano chiaramente al mercato internazionale e non solo per i testi cantati in inglese. L’esperienza si sente nell’attenzione ai dettagli, nelle rifiniture di un indie pop a tinte elettroniche con derive melodiche e post rock che mantiene una personalità  ben definita al netto delle varie collaborazioni. La malinconia è solo uno dei tratti distintivi dei Linda Collins, capaci di creare atmosfere eleganti in quarantadue minuti che non lasciano indifferenti.

L’alternanza delle voci maschili e femminili, un notturno strumentale arricchito dalla tromba di Ramon Moro (“For Linda”) la grinta mostrata in brani come “Overrated #2” in contrasto netto ma non spiacevole con la calma apparente di “Blindfolded” e “First Step #2” mettono in mostra le molte anime di una band che s’inserisce tranquillamente nel solco tracciato da Giardini di Mirò, Fine Before You Came, Molotoy. Un ulteriore punto di riferimento dei Linda Collins sono i Notwist a cui li accomunano la curiosità  musicale e l’integrità , evidenti in un primo disco già  maturo.