Non ho mai smesso di chiedermi perchè trovo sempre dei validi motivi, giorno per giorno, per continuare a cercare, scoprire, capire un mondo che forse è infinito, un mondo che non ha mai deluso le mie aspettative soprattutto quando una band o un disco particolare diventa mio dopo un’affannosa ed estenuante ricerca. La musica è sempre stata questo: scoperta affascinate e conquista di un tesoro magari dimenticato. Oggi voglio ricordare un gioiello prezioso che forse ai più non dice nulla o magari qualcuno ne ricorderà  solo il nome. Ricorre in questo mese l’anniversario, e sono giusto venticinque anni, dell’uscita di un disco che all’epoca trasformò la mia concezione di musica e di approccio ad essa. L’album era “Music for Egon Schiele” e la band erano i Rachel’s.

Originari di Louisville, i Rachel’s erano un piccolo ensemble guidato dalla talentuosa pianista classica Rachel Grimes che con le note del suo piano, antico e delicato, dette forma alle visioni del fondatore, Jason B. Noble già  chitarrista di una band geniale come i Rodan (a tal proposito riscoprite “Rusty”, il loro unico album); chiudevano il gruppo Christian Frederickson alla viola e di volta in volta musicisti di estrazione classica o della scena post rock dell’epoca…un nome su tutti, udite udite, Bob Weston degli Shellac come polistrumentista.

Dopo l’esordio, “Handwriting”, “Music for Egon Schiele” fu pubblicato nel 1996 e anticipò di qualche mese “The Sea and the Bells”, altro grande lavoro che ha il mare e Neruda come ispirazione. Composto come colonna sonora ad un balletto dedicato al genio austriaco dell’espressionismo, “Music for Egon Schiele” ne ricalca, in un certo qual modo i tratti estetici. Melodie delicate, di un altro tempo, sospese come in un sogno. Sembra quasi di rivedere Egonn davanti alla tela mentre ritrae la sorella Gertie o le grazie poco più che acerbe della sensuale Wally Neuzil. Ogni brano infatti ha un titolo che si riferisce ad un particolare momento della vita di Egon. “Egon & Gertie” è gentile e innocente, “First Portrait Series” si snoda su un duetto di pianoforte e viola con un incedere autunnale, spoglio, malinconico. Sembra di tornare all’illuminazione a gas e ad atmosfere rarefatte. “Wally, Egon and Models in studio” è sospesa sulle note grevi di Rachel Grimes, una marcia che si inerpica dandoci un senso di liberazione come se stessimo osservando un bellissimo paesaggio. “Egon & Edith”, Edith Harms ultima compagna del pittore, è quasi atonale, sperimentale, spezzettata, senza un apparente tema portante e pare di udire dei passi sempre più vicini come una sorta di monito. “Promenade” è una danza di spettri, una danza di sogni senza luce.

Negli anni successivi i Rachel’s pubblicheranno il sinistro “Selenography” con Giovanna Cacciola degli Uzeda ospite alla voce e l’ultimo album “Systems/Layers” del 2003. Tutti i lavori usciti con la mitica e post rockiana Quarterstick. Dopo di che il silenzio, anzi il buio perchè il fondatore, Jason Noble morirà  di cancro mettendo fine a questo viaggio nel 2012. I Rachel’s fanno parte di una nicchia assolutamente rara; musica colta? post rock? Qualsiasi definizione starebbe stretta perchè non abbisogna di nessuna etichetta e a tal proposito la stessa Rachel Grimes ebbe a dire: “Non ho molto interesse a stabilire che tipo di musica stia suonando, la cosa non mi preoccupa affatto. Penso che il nostro pubblico sia composto da giovani che ascoltano musica molto differente, principalmente indie rock e questo dopotutto è anche il nostro background. Incidiamo per un’etichetta rock, il nostro modo di andare in tour, il modo in cui incidiamo dischi, il modo in cui scriviamo musica è molto simile a quello dell’indie rock. Ma suoniamo musica da camera con strumenti di una tradizione vecchia di 300 anni, così direi che entrambe le istanze sono presenti in un modo o nell’altro nella nostra musica. La ragione per la quale suoniamo principalmente musica strumentale è che in questo modo ci sentiamo molto più liberi nei confronti di un particolare significato o di una particolare sensazione. Sottoscrivo e aggiungo che dei Rachel’s bisogna far tesoro e custodirli come un medaglione antico, chiuso in uno scrigno di legno laccato e ogni tanto tirarlo fuori per ammirarne la bellezza e la grazia“.

Pubblicazione: 20 febbraio 1996
Durata: 47:03
Tracce: 12
Genere: Musica da camera, Post-rock
Etichetta: Quarterstick Ricords

Tracklist:
1. Family Portrait
2. Egon & Gertie
3. First Self-Portrait Series
4. Mime Van Osen
5. Second Self-Portrait Series
6. Wally, Egon & Models in the Studio
7. Promenade
8. Third Self-Portrait Series
9. Trio Goes to a Movie
10. Egon & Wally Embrace and Say Farewell
11. Egon & Edith
12. Second Family Portrait