Per gli Hà¼sker D༠“Candy Apple Grey” fu l’album della definitiva rottura con il passato hardcore. Del sound dirompente che era alla base di “Everything Falls Apart” qui non vi è alcuna traccia; a eccezione forse di qualche timido barlume nell’urlatissima “Crystal”, una canzone ruvida come la carta vetrata cui spetta il compito di aprire in maniera letteralmente esplosiva le danze. Il resto del disco procede seguendo percorsi sempre differenti, sotto le stelle di un Bob Mould e di un Grant Hart ispiratissimi e già  totalmente a proprio agio con quelle particolari sonorità  alternative che, all’epoca, spadroneggiavano sulle frequenze delle piccole emittenti radiofoniche dei college universitari.

L’ingresso nel roster della Warner Bros. si rivelò fondamentale per la crescita artistica dei tre di Minneapolis, stufi di esser considerati come un semplice fenomeno di nicchia. I potenti mezzi promozionali a disposizione della major però fallirono nel tentativo di lanciare verso il successo commerciale gli Hà¼sker Dà¼, che con “Candy Apple Grey” entrarono sì per la prima volta nella Billboard 200, ma non riuscirono a spingersi oltre la posizione numero 140.

Gli sforzi nel dar vita a un suono più raffinato e accessibile rispetto a quanto fatto precedentemente furono comunque ampiamente ripagati sotto il profilo della qualità  della musica ““ che poi, in fin dei conti, è davvero l’unica cosa che conta. In queste dieci tracce si avverte già  chiaramente a quale livello fossero arrivate le capacità  compositive di Hart e Mould, due songwriter troppo spesso sottovalutati nonostante una versatilità  che quasi non ha pari nella storia del rock.

La coppia lavora separatamente ma, in un gioco di armonie e contrasti, si completa a vicenda in un quadro di atmosfere, stili e umori cangianti. Grant Hart, con le sue irresistibili melodie malinconiche e agrodolci, rappresenta il lato prettamente pop degli Hà¼sker Dà¼. è lui a mettere la firma ““ e la voce, naturalmente ““ sulla psichedelica “Dead Set On Destruction”, sulla struggente piano ballad “No Promise Have I Made” e sui due singoli estratti, ovvero “Sorry Somehow” (da notare la prova di Greg Norton al basso, che sembra un po’ fare il verso a Peter Hook) e la celeberrima “Don’t Want To Know If You Are Lonely”, coverizzata da una miriade di band diverse nel corso degli anni (Catherine Wheel, Green Day e Prong, giusto per citarne alcune).

Bob Mould, dall’altro lato, porta in dote sei brani di rock viscerale e dalla fortissima carica emotiva. La sua è una voce profonda, potente e poliedrica, che può travolgere con la violenza della passione (“I Don’t Know For Sure”, “Eiffel Tower High” e “All This I’ve Done For You”, tre momenti di pura energia elettrica) ma anche toccare con estrema delicatezza le corde dell’anima, come ben dimostrano due perle acustiche intitolate “Too Far Down” e “Hardly Getting Over It”. Seppur non invecchiato benissimo per quanto riguarda produzione e missaggio, “Candy Apple Grey” continua a mantenere immutato il suo fascino: un esempio di ottimo college rock americano che non sfigura accanto ai capolavori precedenti (“Zen Arcade”) e successivi (“Warehouse: Songs And Stories”) degli Hà¼sker Dà¼.

Data di pubblicazione: 17 marzo 1986
Tracce: 10
Lunghezza: 37:04
Etichetta: Warner Bros.
Produttori: Bob Mould, Grant Hart

Tracklist:
1. Crystal
2. Don’t Want To Know If You Are Lonely
3. I Don’t Know For Sure
4. Sorry Somehow
5. Too Far Down
6. Hardly Getting Over It
7. Dead Set On Destruction
8. Eiffel Tower High
9. No Promise Have I Made
10. All This I’ve Done For You