Il nuovo album dei Suez, “The Bones Of The Earth”, uscirà  il 16 aprile 2021 per Cagnìn Records ma oggi è già  possibile sentirl in anteprima qui su IFB e la cosa ci fa davvero molto piacere, perchè le visioni ipnotiche e apocalittiche della band sanno colpire e lasciare il segno.

Sono serviti otto anni per scavare a fondo, raggiungere le ossa della terra e cercare di riemergere. Otto anni di dolori, disgregazioni e ricomposizioni, lacerazioni e cauterizzazioni, innamoramenti e disillusioni che hanno, come sempre accade nella vita, lasciato un marchio indelebile, una cicatrice profonda che a volte, sfiorandola con le dita, ti fa sentire, se non più forte, perlomeno sopravvissuto. Passata l’illusione della crescita, i Suez si sono scontrati con un mondo profondamente cambiato. Un mondo sanguinante, un mondo di divisioni, individualismi, ferocia. Un mondo dove l’altro è soltanto qualcuno su cui primeggiare, da sconfiggere e affossare, da sbattere a terra, colpire, calpestare, oltrepassare per raggiungere un tornaconto personale o per semplice derisione, come sfogo alla frustrazione. Un mondo dove nemmeno le atrocità  lasciano il segno. Un mondo le cui ossa, sbattendo fra loro, compongono una marcia funebre per ricordarci che l’indifferenza è una malattia incurabile.

La band alt-rock di Cesena ““ Luigi Battaglia alla voce e ai synth, Ivan Braghittoni alle chitarre, Marcello Nori alla batteria e alle percussioni, Manuel Valeriani al basso ““ ha reagito alla situazione circostante registrando “The Bones Of The Earth”, il suo quarto album in quasi un ventennio di attività , mixato e masterizzato da Lena Sutter, in uscita in CD e digitale il 16 aprile 2021 via Cagnìn Records.

“The Bones Of The Earth” è un grido di dolore dedicato a chi è ancora capace di soffrire, sognare, costruire una via di fuga verso un futuro migliore. Il quartetto romagnolo ha elaborato le nove canzoni in scaletta nel corso di un work in progress durato circa un lustro, attraversando differenti generi e stati d’animo. “Il nostro obiettivo è sempre quello di creare un risultato riconducibile ai Suez, che suoni familiare, propriamente “‘nostro’, ma allo stesso tempo che si possa discostare completamente dai dischi precedenti“. Il post-umanesimo dei testi si riflette così nell’intarsio post-rock, post-punk, new wave e no wave della musica, contraddistinta da un songwriting scuro ma dalle cangianti aperture strumentali e da un’introversione quasi neo-folk. Il background del gruppo spazia da un punto di riferimento come Nick Cave & The Bad Seeds al legame con The Cure e Wall Of Voodoo, dall’influenza di Teenage Jesus And The Jerks e Young Marble Giants all’ispirazione fornita da formazioni come Pere Ubu, Xiu Xiu e Liars.

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Photo: Marcella Magalotti