Per fortuna una band pop-rock può ancora crescere (o invecchiare, che dir si voglia) senza scimmiottare i ragazzi che sono stati, o avventurarsi in sentieri che non fanno per loro.

Ce lo ricordano i The Fratellis, che fecero innamorare un po’ tutti con il tiro e le ballate di “Costello Music”, anno del signore 2006. Poi qualche tentativo di cavalcare l’onda, ma le promesse non vennero del tutto mantenute. E allora sì, crescere, perchè no. Scrivere, scrivere bene. Arrangiare bene. Fare le cose che riescono meglio: proprio le ballate. Perchè Jon Fratelli, all’anagrafe John Paul Lawler, ha penna facile e cuore caldo. E se il tiro non è quello di 15 anni or sono, poco male.

L’album sarebbe dovuto già  uscire l’anno scorso (e non ce ne vorranno gli scozzesi se era possibile già  trovarlo in rete, senza nemmeno sforzarsi troppo), rimandato più volte oggi vede la luce: ed è una bel sentire.

Canovaccio semplice: belle canzoni. Canzoni con la testa tra le nuvole e le stelle, col cuore in mano, schiette, genuine, accompagnate a dovere ed ornate con gusto da archi, cori, fiati, tocchi di piano. Sviluppando e lavorando sul proprio stile, con un occhio ed un orecchio al passato più che al presente, figuriamoci al futuro. Canzoni fatte per proprio piacere e, perchè no, per piacere. Canzoni da persone mature, quali sono adesso. Brani brillanti, facili, accessibili, di umana delicatezza, che giocano tutto su melodie ed armonie. E vincono, per resa, naturalezza, strappano un sorriso ed anche una lacrimuccia.

La strada l’aveva già  tracciata, Jon Fratelli (vedi anche il più recente “Bright Night Flowers” in solitaria): ed è quella giusta per loro. Non ci sono momenti di fiacca, non ci sono esagerazioni, “Half Drunk Under a Full Moon” funziona benissimo così com’è. Scorre che è un piacere, emoziona e fa sognare un po’ anche chi lo ascolta. Ha vitalità  e sentimento, in spontaneo equilibrio. Non ha punti deboli, non vuole punti di forza. Non dimenticano chi sono stati, Jon e fratelli, ma stanno benissimo dove sono oggi.

E allora che dire? Ad averne di album come questo, e di band che sanno andare avanti come fanno i The Fratellis. Ad averne.