Sulla stessa scia di “Anxiety Art” e “You Might Be Happy Someday”, salta fuori – direttamente dal mondo di Glenn Donaldson, fatto di case dipinte in pastello e di vinili ingialliti di artisti dimenticati ““ il terzo capitolo dei Pink, Red and Purples; il progetto di uno dei musicisti più originali dell’indie americano sotterraneo – che, in passato, ha sfornato dischi con i suoi Skygreen Leopars e gli Art Museums.
Un disco made in California, come ben testimoniano i fuggenti scatti fotografici del quartiere di Inner Richmond; protagonisti di un delizioso concept visivo.

“Uncommon Weather” ci offre una manciata di squisite ballate pop da camera ““ o, come lo stesso Donaldson preferisce chiamarlo, DYI Kitchen pop ““ che ripesca da Bristol l’indie pop della Sarah Records (The Orchids, The Sea Urchins, The Field Mice, Heavenly…); ergo, un’etichetta indipendente, di nicchia, attiva tra il finire degli anni Ottanta e gli albori degli anni Novanta. Ma se volessimo fare nomi più noti, allora potremmo citare, tranquillamente, riecheggiamenti di giganti dell’alternative; quali i R.E.M., Belle and Sebastian e i Teenage Fanclub.

Un minestrone che mescola gli ingredienti pop più genuini: instancabili chitarre di ritmo jangle-pop, drum-machine dal gusto lo-fi e archi; il tutto, spesso, intorpidito dal tenue aspergere dei riverberi elettrici.
Su queste melodie felicemente malinconiche, razzola una voce che ti mette a suo agio e canta su temi ordinari: le ansie, conflitti interni, l’amore e quel calcio in faccia che tutti chiamiamo “vita”.

Pop semplice, ma esteticamente squisito.

L’ho, per caso, già  detto “squisito”?