Debutto per i Moontype, band di Chicago composta da Margaret McCarthy (voce e basso), Ben Cruz (chitarra) and Emerson Hunton (batteria). I tre si sono conosciuti mentre frequentavano il famoso conservatorio di Oberlin. L’album uscito via Born Yesterday Records si compone di 12 brani, alcuni dei quali   (4 per la precisione) erano presenti nell’EP “bass tunes, year 5” inciso dalla McCarthy nel 2018, brani composti di soli basso e voce e qui rivoltati come un calzino, cosa più che naturale considerando l’apporto dei due validi compagni di band.

Indie-Rock ma non solo. Sin dalla iniziale “Anti-Divinity” possiamo apprezzare l’abilità  nei cambi di tempo, nelle dinamiche, negli stacchi. Una delle caratteristiche della band è proprio questa capacità  di uscire dalla classica “forma canzone” riuscendo a catturare la nostra attenzione e spesso sorprendendo con soluzioni di stile geniali.

Scopriamo che i tre arrivano da percorsi musicali diversi e piuttosto interessanti. La McCarthy inizia dai cori e le lezioni di piano ricevute da giovanissima e raggiunge la laurea in geologia e tecnologia musicale. Nel periodo del college inizia a suonare il basso e a frequentare l’ambiente DIY del college.

Cruz e Hunton già  si frequentavano da tempo quando notarono Margaret esibirsi da sola, accompagnata dal solo basso. I due musicisti già  suonavano insieme improvvisando, entrambi appassionati di jazz (Cruz studiava chitarra jazz all’Oberlin).

L’acqua è l’elemento protagonista dell’album non solo nel titolo. L’acqua ha molti stati, può assumere diversi colori e prendere molte forme penetrando nel contenitore pronto a riceverla. Proprio come la loro musica che disdegna una generica catalogazione di genere che priverebbe i Moontype della loro principale caratteristica, quella di regalarci un tocco speciale e di classe in ogni canzone.

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