“Boris” in Italia recentemente fa subito pensare alla serie televisiva con Francesco Pannofino oppure ad un generico villain russo di qualche film d’azione americano o inglese.
“Boris” è anche il nome di una band avantgarde drone metal giapponese, la quale prese il proprio nome non dal pesciolino rosso nella boccia degli studi di Cinecittà , ma bensì da una canzone: il brano che apre le danze al terzo album del Melvins “Bullhead” pubblicato il 3 maggio del 1991.

I Melvins sono un gruppo molto particolare, nascono dal sottobosco dell’hardcore punk americano a metà  anni ’80 e si smarcano subito nella scena con la loro unicità  espressiva, la stramba ironia del loro leader King Buzzo e la grande voglia e capacità  di innovare.
I Melvins sono una band di culto che non ha mai raggiunto la fama mondiale ma che ha permesso che la raggiungessero altri gruppi divenuti poi leggendari.
I Melvins sono i precursori per antonomasia, i padri nobili di una sfilza di nuovi generi, di varianti stilistiche, questo sicuramente grazie alla loro incredibile creatività  e pulsione verso l’inesplorato.
Su ammissione degli stessi protagonisti, primo della fila Kurt Cobain il quale ha dichiarato nei diari che la sua band preferita di sempre e a cui deve tutto sono proprio i Melvins, la compagine di Aberdeen ha preparato il terreno per la rivoluzione grunge. Ma non solo, i Melvins hanno inventato un nuovo stile sonoro che pesca dai Black Flag, dall’oscurità  del  metal dei Black Sabbath, combinato con la lentezza ridondante del doom dei Saint Vitous,  la pesantezza degli Swans, la follia distruttrice degli Stooges, creando così il genere sludge di cui sono i capostipiti. Infine l’eco dei Melvins si avverte in band contemporanee come i Mastodon e anche, in parte, in alcuni gruppi nu-metal di inizio millennio, ad esempio i Korn.

“Bullhead” è un album in cui i Melvins consolidano quanto fatto precedentemente e ampliano l’orizzonte sperimentale allungando anche la durata dei brani, precedentemente sempre molto brevi, pur rimanendo ad una durata complessiva che supera di poco la mezz’ora di ascolto.
“Bullhead” è un disco pesante, granitico. è anche un’opera capace di sorprendere con ritmiche non convenzionali e un gioco sui tempi, sulle misure e sull’evoluzione dei brani davvero interessante.
“Bullhead” è forse il primo album stoner della storia essendo stato pubblicato 4 mesi prima dell’esordio dei Kyuss.

Sono trent’anni oggi dall’uscita di “Bullhead” dei Melvins e devo dire che riascoltarlo ora è ancora molto stimolante. è uno di quei dischi che suona datato ad un primo ascolto superficiale, ma che in realtà  raccoglie al suo interno come in un caleidoscopio una miriade di influenze antecedenti che ti fanno tornare alla mente band del futuro.

Wow, questo disco non ha ancora detto tutto probabilmente.

Data di pubblicazione: 3 maggio 1991
Etichetta: Boner
Durata: 34:52
Genere: Sludge, doom, stoner

Tracklist:
1. Boris
2. Anaconda
3. Ligature
4. It’s Shoved
5. Zodiac
6. If I Had An Exorcism
7. Your Blessened
8. Cow