Vi avevamo già  parlato di quanto “life’s a beach“, album d’esordio degli easy life, fosse uno dei nostri preferiti, tra quelli usciti finora. Un disco sperimentale sia dal punto di vista musicale sia da quello emotivo, un flusso di coscienza che diventa sfogo e poi si tramuta in un monologo post-sbronza fatto alle due di mattina. Un po’ il ritratto di una giornata estiva di una persona qualunque, insomma.

Abbiamo avuto il piacere ““ e l’onore ““ di farci una chiacchierata con Murray Matravers, cantante e scrittore dei testi del gruppo rivelazione degli ultimi anni. Tra escapismo, scheletri nell’armadio e amore per se stessi, venite con noi a scoprire la spiaggia più gettonata di quest’estate.

“There is nobody else who can do you” (da “a message to myself”): qual è una cosa che rende unico ogni membro degli easy life?
Wow. Buona domanda. Siamo tutti molto noiosi quindi è difficile pensare a un elemento interessante di qualsiasi delle nostre personalità . Ma se proprio volete saperlo, Sam ama la cucina, Jordan ama il reggae, Cass ama i cavi elettrici armati, Lewis ama andare in bici, e io amo me stesso.

E se invece doveste dare un messaggio agli easy life del passato?
Non preoccupatevi di quello che pensano gli altri. Nessuno neanche ci fa troppo caso a voi, fate quello che volete.

“Skeletons” parla di misteri, di scheletri nell’armadio. Avete una “canzone scheletro”? Una che, per un motivo o per l’altro, vorreste nascondere al mondo intero?
Ho scritto migliaia di canzoni terribili che non vorrei che il mondo sentisse. Ho sicuramente un hard drive pieno di “canzoni scheletro”.

Scrivere musica per te è un sistema di escapismo. Cosa ti trasmette invece l’ascoltarla?
Ascoltare la musica ha molte sfaccettature. A volte è solo un facile ascolto in sottofondo e poi altre volte mi siedo e semplicemente ascolto e studio quello che succede. è davvero un intero mondo a sè stante. La musica è letteralmente tutto in una volta.

E cinque artisti con cui vorreste collaborare?  
Biig Piig, Slowthai, Gus Dapperton, Kendrick, Stevie Wonder

“I might be feeling blue but got a pink and yellow mindset” (da “pop tarts”): qual è un colore che descrive “life’s a beach”?
BLU.

Ci sono molti singoli che avete pubblicato prima dell’album. Perchè avete scelto di includere “nightmares”?
“Nightmares” era una parte importante del viaggio dell’album e per questo motivo sembrava che appartenesse a “life’s a beach”. Era anche un delizioso avvertimento a “daydreams” che appare sul primo lato dell’LP, quando arriviamo a “nightmares” la storia dell’album ha preso una piega piuttosto sinistra.

“Life’s a beach” è pieno di speranze e paure, inizia con un sogno ad occhi aperti (“daydream”, ndr) e finisce con degli incubi (“nightmares”, ndr). O diresti il contrario? Qual è il messaggio generale del disco?
L’album segue un ipotetico viaggio al mare. Il lato A è ottimista e speranzoso, il lato B è più onesto e malinconico. Credo che non importa dove vai, porti sempre con te i tuoi problemi e le tue ansie. Potresti essere sdraiato su una spiaggia con lo stesso stress che volevi evitare andando lì. Questa è la realtà  che mi affascina e di cui ho voluto scrivere.

Cosa danno i luoghi che hai visitato o in cui hai vissuto alla vostra musica?
Tutte le canzoni sono influenzate da ciò che mi circonda, ogni luogo in cui ho vissuto influisce sulla musica.

Come è nata la scelta di campionare le canzoni di Emilia Ali e Aretha Franklin? Ci sono altre canzoni che vorreste campionare?
“Nightmares” è anche un campione del brano “Loneliness remembers what happiness forgets” di  Dionne Wawicks. Utilizziamo sempre i campioni, è qualcosa che è al centro del processo creativo degli easy life. Ci saranno tanti, tanti, innumerevoli altri campioni da rubare in futuro, ne sono sicuro.

“Music to walk home to” è una canzone nata per farsi una risata, eppure è una delle più amate del disco. Vi piacerebbe ricreare un brano simile in futuro?
Sì, non posso credere che l’abbiamo davvero rilasciata, è esilarante! Potete sicuramente aspettarvi molte altre cretinate da noi.