Sin dall’iniziale “Old Sat”, l’intento degli Amusement Parks On Fire è evidente: dare spazio alle chitarre, lasciare che il loro tocco elettrico infiammi l’aria e che la loro intensità , i loro feedback, i loro riverberi travolgano tutto ciò che incontrano o con cui si scontrano lungo il proprio cammino, senza, però, tralasciare i passaggi più evocativi e più riflessivi, come accade in “Diving Bell”, prima che “Breakers” spinga nuovamente il disco verso vibranti ed accattivanti sonorità  shoegaze e noise-pop.

Sonorità  nelle quali si sente un po’ anche il sapore ““ o meglio l’inconfondibile voce ““ degli anni Novanta, ma non si tratta di una banale e scolastica riproposizione di dinamiche, concetti o contenuti del passato, perchè il legame con il  nostro disordinato, frenetico e spesso bizzarro presente resta vivo e pulsante: le distorsioni, le trame sghembe e sfocate, il bisogno di realizzare qualcosa che vada oltre il muro asettico, virtuale e tecnologico delle nostre innumerevoli e singolari solitudini, tutte così silenziose, tutte così uguali, è qualcosa di estremamente vero ed attuale ed è il nervo scoperto sul quale la band inglese elabora e costruisce le proprie divagazioni sonore.

“Aught Can Wait” è l’elettricità  che non può essere più contenuta, quella che abbatte gli argini di qualsiasi compromesso o tentativo di auto-controllo ed irrompe nelle nostre esistenze, portando via con sè tutto ciò di cui non abbiamo affatto bisogno e lasciandoci in balia di una micidiale, ma fervida malinconia, una sorta di humus empatico dal quale germoglia la seconda parte di questo album, quella più introspettiva ed emotiva.

“Atomised” si manifesta dinanzi ai nostri occhi, subito dopo che “Boom Vang” ha riaperto l’orizzonte, in modo da allargare il nostro campo sensoriale e percettivo e permettere così a nuove idee, nuovi aromi, nuove esperienze di sciogliersi in quello che adesso non è più un fiume tumultuoso, ma un vero e proprio mare. Il mare primordiale di “An Archaea”, quello dal quale nuove storie, nuove geometrie, nuovi schemi, nuove stagioni si organizzano e iniziano il loro viaggio; un viaggio che è, allo stesso tempo, antico e moderno; ignoto, ma perfettamente consapevole e determinato; un viaggio, quello degli Amusement Parks On Fire, al quale è sempre stimolante partecipare.