Non che mi piaccia farlo, ma ancora una volta scriverò di un film o di una serie partendo del lavoro da cani fatto dai traduttori di titoli in italiano.
Da noi “Mare Of Easttown” è difatti diventato, molto liberamente, “Omicidio a Easttown”. La prima domanda che verrebbe da fare ai famigerati traduttori è perchè porre l’accento proprio sull’omicidio, dato che nella cittadina della Pennsylvania della serie vediamo accadere anche rapimenti, stupri, pestaggi, raggiri, truffe, inquinamento di prove e compagnia dicorrendo. Scherzi a parte, si tratta di una scelta davvero insensata, data la chiara intenzione del titolo originale di mettere al centro della scena la detective, per l’appunto Mare, e non i crimini.

“Mare Of Easttown” è difatti uno scurissimo thriller di provincia, sordido, cupo e privo di speranza, ma è soprattutto la storia di una donna complessa e tormentata, forte come solo le madri possono esserlo. Un personaggio vero, vivo, dolente, in fin dei conti positivo, ma certamente ambiguo, come del resto lo sono tutti i passionali, che la Winslet si è caricata su spalle, smorfie e rughe così fantasticamente da far dimenticare in ogni momento che la sceneggiatura, comunque solida, scade spesso e volentieri nei clichet di genere.

Come in ogni produzione HBO, non è però da meno il cast di contorno, che riesce a non sfigurare a cospetto di tale stella in tale momento di grazia. A me ad esempio è piaciuto molto Guy Pierce, ma anche la giovane Angourie Rice nel ruolo della figlia di Mare.

Ho aperto con un’arringa ai traduttori di titoli in italiano, chiudo con una frecciata a quelli che invece traducono i dialoghi per i doppiatori. Al mio solito, ho guardato la serie in versione originale, il caso ha però voluto che mi trovassi in Italia il giorno della messa in onda un episodio e che l’abbia guardato con madre, dunque in taliano.
E niente, la figlia di Mare canta in un gruppo indie e ha una storia con una bella conduttrice radiofonica di colore. A un certo punto le due se ne vanno al concerto delle Boygenius che in italiano diventano magicamente i Boygenius. Bridgers, Dacus e Baker saranno anche lesbiche, bi, fluide e tutto quello che vogliono loro, ma prima di farle diventare i Boygenius io me ne sarei andato a controllare Wikipedia. Approssimazione e tristezza.