“Music does something. I just don’t know what it does. Just accept it as the sky is blue”.

Questo è il primo pensiero che Chet Faker (questa volta AKA Nick Murphy) ha inserito nella prima canzone del suo nuovo LP “Hotel Surrender”. Spoiler alert: per questo lavoro, forse la funzione della musica se l’è proprio scordata.

Non riesco mai ad essere troppo cattivo quando penso a Chet/Nick, in ogni sua variante. Il suo ultimo lavoro, “Music For Silence” e pubblicato con il suo vero nome, era un capolavoro strumentale di musica ambient. Certo, diverso dal precedente, sempre targato Murphy, “Run Fast Sleep Naked”. Ero anche abbastanza felice che fosse tornato alle sue origini finto anagrafiche perchè poteva solo significare un ritorno agli albori sperando sempre con un’innovazione da aggiungere.

C’è da dire, quindi, che il suo ultimo album è un po’ tutto uguale e l’artista è andato sul sicuro riproponendo suoni e strumenti visti e stravisti. Non siamo lontani dal debut album del 2014 “Built On Glass”, il sound è praticamente lo stesso: un pop elettronico dolce, quasi da bar. Il primo singolo ad anticipare l’uscita “Whatever Tomorrow” è una semi-ballad piacevole alla Chet Faker, quindi con batteria elettronica di base, tastiera e coretti auto-prodotti.

A risaltare un po’ il tutto è “Get High” che parte con un pianoforte dai suoni blues per poi esplodere con un ritornello strumentale che ti rimane sicuramente in testa. Alcune tracce hanno anche reminiscenze soul o funky come “Feel Good” altro singolo anticipatori. Sembra qualche volta un disco prodotto da Rag ‘N’ Bone Man, o anche cantato direttamente da lui. A spiazzare è l’ultima traccia “In Too Far” palesemente mischiata con una canzone dei Bon Iver.

Tirando le somme, non voglio dire che è un brutto album: si parte bene per poi rompersi le palle dalla metà  in poi. Certo è che il buon vecchio  Chet Faker dovrebbe uscire dalla comfort zone (che tutti amiamo per carità , ma che dopo poco stanca) e invitare il suo alter-ego Nick ad aiutarlo per comporre un disco originale e mai sentito prima.

Credit Foto: Nick Murphy