Sull’intro di un incalzante sintetizzatore di Pete Townshend  che prelude al solenne tripudio vocale di Roger Daltrey sulle potenti pelli di Keith Moon  che ha inizio “Who’s Next”, quinto album dei londinesi The Who, senza dubbio alcuno una delle migliori band della storia del rock. Potrebbe bastare la sola magnificenza di “Baba O’Riley” per raccontare questo capolavoro uscito ben cinquant’anni fa per la britannica Decca Records. “Baba O’Riley” ““ titolo che unisce i nomi Meher Baba e Terry Riley, rispettivamente mentore spirituale e musicale di Townshend ““ rappresenta l’apripista di nove tracce che sciorinano uno stato di grazia dei quattro componenti della band e che raggiunge picchi altissimi in ogni singolo minuto di cui si compone quest’opera spettacolare, certamente una delle migliori degli The Who.

La stessa opener  “Baba O’Riley” ““ che molto spesso veniva confusa col titolo di “Teenage Wasteland” per via di queste parole ripetute nel refrain  – chiude nel finale con una tempesta di violino di rara bellezza mentre echeggia un  mood celtico, prima che le note virino sulla successiva spettacolare “Bargain”, di matrice tipicamente hard-rock, nonostante un avvio rilassato, dove Townshend ci regala un maestoso assolo di chitarra sul tappeto di note provenienti da un ARP String Synthesizer.

La copertina dell’album rappresenta una foto scattata a Easington Colliery, a nord dell’Inghilterra, da Ethan Russell e lascia intendere che i membri della band abbiano appena urinato su di una grande colonna di cemento – riferimento ironico al monolite nel film “2001: Odissea nello spazio” del 1968 di Stanley Kubrick – che fuoriesce da un terreno di scorie.

Registrato presso gli Olympic Sound Studios nel distretto londinese di Barnes tra l’aprile e il giugno del 1971, “Who’s Next” segue cronologicamente l’opera d’arte “Tommy” e, di fatto, si tratta del progetto intitolato “Lifehouse” proveniente dalla mente del solito Pete Townshend. “Lifehouse” fu, in seguito, definitivamente abbandonato, pare, per la sua complessità  nonchè a causa dei conflitti con il manager del gruppo Kit Lambert e diede vita, appunto, a “Who’s Next” con la totalità  dei brani inclusi nel disco,   eccezion fatta per “My Wife”, scritta da John Entwistle e caratterizzata da un piglio semplice e diretto.

In realtà , tutto “Who’s Next” si rivela un disco di puro stampo rock, senza orpelli, dotato di un mastodontico magnetismo che riesce ad ammaliare anche nei suoi momenti acustici, come in “Love Ain’t For Keeping” che porta in dote un ritornello earworm difficilmente dimenticabile, ovvero in quelli nostalgici rappresentati dall’ottimo piano di Nicky Hopkins nella marciante “The Song Is Over”. Piano che ritroviamo anche nella successiva “Getting In Tune”, che si adagia su delicate melodie e variegati cambi di ritmo.

Ovunque la voce dagli acuti irrangiungibili di Daltrey spicca per la sua potenza laddove la sezione ritmica affidata al basso di Entwistle ed alla corposa batteria del monstre Keith Moon, detta il climax dell’intero album che racconta di dolore, rabbia ma anche di rimpianti, di passione, amore e vita il tutto condensato dalla maniacale perfezione sonora sprigionata dal quartetto della terra d’Albione.

E, dunque, le allegri note di “Going Mobile” conducono alla coppia capolavoro dell’album formata dalla meravigliosa “Behind Blue Eyes”, essenzialmente una delle più belle ballate di tutti i tempi, almeno fino a quando i riff di Townshend e l’irata voce di Daltrey nel finale non le donano un carattere arcigno e che prepara il territorio al ritorno di psichedelici sintetizzatori negli otto minuti e mezzo di uno dei più eclatanti manifesti degli The Who, una stratosferica “Won’t Get Fooled Again”, scelta come traccia di chiusura di questa definitiva milestone.

“Who’s Next” è un album infinito (peraltro ristampato nel 1995 con l’introduzione di ben nove tracce aggiuntive) proprio come gli otto minuti della closing track, un disco monumentale che nonostante i cinquant’anni di età  suona senza tempo ed incredibilmente contemporaneo. Esperienza indispensabile.

Pubblicazione: 14 agosto 1971
Durata: 43:39
Tracce: 9
Dischi: 1
Etichetta: Decca Records
Produttore: The Who, Glyn Johns

Tracklist:
1. Baba O’Riley
2. Bargain
3. Love Ain’t For Keeping
4. My Wife
5. The Song Is Over
6. Getting In Tune
7. Going Mobile
8. Behind Blue Eyes
9. Won’t Get Fooled Again