Dopo una nutrita schiera di singoli anticipatori, questo energico quartetto canadese delle Bad Waitress ha rilasciato lo scorso 3 settembre il suo album d’esordio, “No Taste”, il quale tra accattivanti ritornelli e incalzati riff non faticherà  molto ad entrare nelle vostre playlist preferite. Poi, se siete appassionati di quelle tipiche sonorità  portate avanti dal movimento riot grrrl e di band, dunque, come Babes in Toyland, L7, Lunachicks e Gossip, beh, ci metterete due secondi a farvi piacere questo nuovissimo ed esplosivo debutto di matrice punk-rock.

In realtà  la compagine di Toronto – formata da Katelyn Molgard (voce e chitarra), Nicole Cain (basso), Kali-Ann Butala (voce e chitarra) e Moon (batteria) – ha già  all’attivo un EP, “Party bangers: Volume 1”, edito nel 2018 con il quale la band si è riunita al completo dopo aver concluso il precedente progetto, The Nude Dogs, nel quale facevano parte Kali e Moon.

La formula è semplice: poco meno di una mezz’oretta per godere insieme a dieci tracce di sano punk-rock senza fronzoli, senza particolari spunti rivoluzionari, ma che risultano efficaci e coinvolgenti. Davvero arduo non farsi ammaliare da “Strawberry Milkshake” con le sue note graffianti o dalla stramba “Yeah Yeah Yeah” con il suo sfacciato e continuo cambio di ritmo, da capogiro.

Le distorsioni sono elevate e le quattro ragazze sprigionano tutta la loro energia nel penetrante hard-rock contaminato di perverso blues di “Manners” oppure nel potente grunge di “Lacerate” ovvero nel delirante mood di “12 Years Old”, il tutto condito da un’atmosfera stratificata dalle voci di Kate e Kali che aggiungono la necessaria incazzatura d’ordinanza.

E se l’apertura è affidata alla seducente “Rabbit Hole”, man mano che si procede verso la fine del disco appaiono sempre più chiare le influenze delle quattro irruenti ragazze le quali, si permettono pure di aggiungere un tono malinconico alla tracklist prima di tutto con il bel singolo “Delusions of Grandeur”, dai riff scontrosi e dal basso di Nicole a prendersi la scena, per poi virare in melodie più caute ed intense con “Live In Reverse” e con la closing track “Restless Body”, un gioiellino intimo e cupo di quattro minuti con un riuscito refrain.

Benvenute Bad Waitress!

Photo credit: Calm Elliott- Armstrong