All’inizio di ottobre i Pond hanno pubblicato, via Spinning Top Records, il loro nono album, chiamato semplicemente “9”. La band psych-rock di Perth lo ha scritto e registrato durante la pandemia e, per la prima volta, questo nuovo lavoro non vede la presenza di Kevin Parker dei Tame Impala come co-produttore. Noi di Indieforbunnies.com abbiamo contattato via e-mail il frontman Nick Allbrook per farci raccontare qualche dettaglio sul loro nuovo LP e sul suo processo creativo. Ecco cosa ci ha detto:

Ciao ragazzi, come state? Come vanno le cose con il Coronavirus in Australia?
In realtà  sono a Londra! è un po’ folle qui dopo l’Australia, perchè hanno aperto tutto – ristoranti, bar, anche la metropolitana – e le maschere le metti solo volantariamente. Immagino che contino sul fatto che tutti si vaccinino. Molto diverso dall’Australia occidentale che sta ancora istituendo un confine rigido con il resto del paese per mantenere lo zero assoluto.

Il vostro nuovo disco, “9”, è uscito pochi giorni fa: siete emozionati? Quali sono le vostre aspettative?
Sono dannatamente contento! In realtà  non ho nessuna aspettativa. Spero solo che alcune persone si divertano, sai? Che ci passino dei bei momenti in macchina o con le cuffie o con gli amici. Che qualcuno balli! Se qualcuno ballerà  in cucina con questo disco sarò felice.

Per la prima volta in quasi dieci anni Kevin Parker non ha co-prodotto il vostro nuovo disco: quanto sono cambiate le cose questa volta per quanto riguarda la produzione?
Ora le abilità  di Jay (Watson) e James (Ireland) come mixer sono davvero aumentate. Credo sia dovuto a tutta la pratica con il loro lavoro di remix. Hanno preso totalmente in mano il lato del mixaggio. Per la prima volta dopo secoli il mixing è avvenuto contemporaneamente alla scrittura e alla registrazione del disco, così tutto è diventato parte di un processo molto più organico nel vedere queste idee nascenti sbocciare in canzoni.

Come è stato il vostro processo creativo per il nuovo disco? Avete avuto la possibilità  di lavorare insieme nella stessa stanza o avete dovuto lavorare a distanza?
A causa del duro confinamento e dell’isolamento dell’Australia occidentale, eravamo relativamente liberi (a parte qualche occasionale lockdown) di riunirci e registrare. Questo è stato incredibile perchè abbiamo passato del tempo a improvvisare insieme in uno studio, registrando ore di rumore e di stronzate assolute che poi abbiamo passato al setaccio, tenendo solo i momenti speciali. Abbiamo avuto il tempo – a causa della mancanza di tour – di mettere insieme queste idee, costruirle insieme dal nulla.

Quali sono state le vostre più importanti influenze musicali per il nuovo album?
ESG, Liquid Liquid e Suicide sono state grandi influenze dal punto di vista sonoro. Ma ce ne sono molte altre che spuntano e scompaiono di nuovo ogni giorno. Le cose saltano fuori tutto il tempo che esercitano una certa influenza sulla musica o sui testi, che siano essi stessi musicali o meno. Agnes Martin, Emil Zatopek e Yukio Mishima, sentimenti e pensieri nel corso dei giorni e delle settimane, cambiamenti nel tempo o nella comunità  o nelle relazioni, ricordi recuperati, nuove attrezzature che si trovano in vendita su Gumtree quel giorno: tutti questi spostamenti casuali nel solco più grande esercitano un’enorme influenza sul modo in cui la musica viene fuori.

“9” è stato scritto durante la pandemia? Se sì, quanto ha influenzato la scrittura delle tue canzoni?
Mi sono trovato così sopraffatto dall’assalto quotidiano di terrore e disperazione che ho rivolto il mio sguardo verso l’interno. Beh, non verso l’interno come l’introversione, ma più verso il basso, verso la terra che era intorno ai miei piedi e alla mia casa. Questa sembrava l’unica cosa onesta che potessi fare, scrivere dei piccoli barlumi di vita che mi accendevano nel giardino o nei libri che stavo leggendo o qualsiasi altra cosa. Sembra banale, ma in qualche modo concentrarmi su queste cose mi ha portato a un flusso di coscienza che ha finito per riguardare qualcosa di molto più grande e universale delle mie pantofole preferite.

Quali sono i maggiori cambiamenti tra “Tasmania” e “9” secondo voi?
è più veloce e forse più aggressivo, a modo nostro. E probabilmente più succinto.

La canzone “Czech Locomotive” parla del leggendario corridore ceco Emil Zatopek: perchè avete scelto di scrivere una canzone su di lui?
Io corro sulle lunghe distanze e amo Zatopek e la sua storia. La pura gioia che provava nell’allenarsi e nel gareggiare, la sua umiltà  e il suo amore per i suoi simili e la sua forza sotto il peso della cortina di ferro. La storia d’amore tra lui e Dana Zátopková mi ha davvero toccato. Il tutto era così bello e ricco di immagini e cinema (prima che sapessi dell’esistenza del film… che ancora non riesco a trovare il modo di vedere, maledizione) che mi sembrava facile e divertente scriverne. Mi piaceva, sai? Come un bambino potrebbe essere preso da un supereroe.

I concerti stanno lentamente tornando: avete già  programmato qualcosa? C’è qualche possibilità  di vedervi dal vivo qui in Italia, magari l’anno prossimo? Vi ricordate dell vostro concerto all’Hana-Bi sulla spiaggia di Ravenna nel 2014?
Mi ricordo di quel concerto e mi ricordo di aver bevuto aperol spritz e di aver ballato su brani di club di cattivo gusto sulla sabbia dopo! Quello è stato un concerto divertente. Abbiamo un po’ di cose in arrivo e spero davvero che ci portino in Italia.

Avete qualche nuovo gruppo australiano interessante da suggerire ai nostri lettori?
I Myriad Sun sono un gruppo incredibile da Perth. I Two Steps On the Water, da Melbourne, sono uno dei miei preferiti. Ce ne sono così tanti. Genesis Owusu, Baker Boi, Yungn Lipz, Total Control (non nuovi, ma cool). Sto dimenticando un sacco di cose, ma sì, ce ne sono parecchi.

Un’ultima domanda: per favore potreste scegliere una delle vostre canzoni, vecchia o nuova, da utilizzare come colonna sonora di questa intervista?
Dico “Rambo”, mi sento allegro. Grazie per aver organizzato questa intervista!

Photo Credit: Matsu