Sono passati più di cinque anni dall’uscita di “Femejism”, il sophomore delle Deap Vally, ma ora le due californiane sono ritornate con questo loro nuovo LP, uscito da pochi giorni per Cooking Vinyl.

Nel frattempo anche Lindsey è diventata mamma e lo scorso anno le due hanno realizzato un disco come Deap Lips in compagnia dei Flaming Lips, mentre nel 2021 sono già  arrivati due EP, “Digital Dream” a febbraio e “American Cockroach” a giugno (quattro delle dodici canzoni che compongono il nuovo album facevano parte di questi due EP).

“Marriage”, come spiegano le musiciste losangeline, ha un significato ben preciso: nei matrimoni ci sono gli alti e i bassi e lo stesso accade lavorando all’interno di una band. Per rinvigorire il loro “matrimonio” le Deap Vally hanno quindi cercato di superare i limiti del duo presenti nei precedenti album, facendosi anche aiutare da nuovi collaboratrici come successo già  nei due recenti EP.

“Perfuction” ci fa entrare nel loro mondo con l’energia che le ha sempre contraddistinte: riff imponenti, un drumming potente, ritmi veloci e vocals incazzati e folli con cui le due californiane criticano le manie di perfezionismo.

Poco più avanti il singolo principale “Magic Medicine”, pur rimanendo intenso e rumoroso, introduce elementi psichedelici e ci regala comunque un ritornello piacevole.

“Phoenix”, un’ode alla forza e al potere di se stessi, parte dalle loro viscerali origini blues, per poi sfociare invece in qualcosa di più dancey e diventa davvero difficile tenere i piedi fermi.

“High Horse” – con la collaborazione di KT Tunstall e Peaches – ci sorprende parecchio: pur non nascondendo da dove provengano a livello musicale, qui le Deap Vally ci sanno spiazzare facendo uso di elementi elettronici e di fiati, aggiungendo addirittura una parte rap nel finale.

La conclusiva “Look Away”, che vede la partecipazione di Jenny Lee Lindberg delle Warpaint, invece rallenta il ritmo e ci regala quattro minuti e mezzo di atmosfere tranquille e sognanti.

Le Deap Vally non sono andate troppo fuori dai loro confini naturali con questo “Marriage”, ma allo stesso tempo hanno provato a portare alcune variazioni al loro suono e i risultati sono comunque ben visibili e interessanti: è probabile che in futuro Lindsey e Julie sappiano riservarci altre nuove gradite sorprese, ma nel frattempo siamo ben lieti di riascoltarci questa loro opera terza.

Photo Credit: Ericka Clevenger