#20) OLDEN
Cuore Nero
[ Contempo Records/Goodfellas/Ala Bianca ]
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Olden ha fatto di nuovo centro e, album dopo album, sempre più sta mostrando una chiara identità  musicale e una personalità  ben a fuoco: se il pubblico non è (ancora) pronto per accogliere una proposta del genere, che punta decisamente più alla sostanza che alla forma, è un altro indice che alla fine paga ogni volta di più il semplice disimpegno.
( Gianni Gardon )

#19) MARCO CASTELLO
Contenta Tu
[ 42 Records ]
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Nel parterre di artisti che aspettano di arrivare alle transenne dei nuovi volti della musica italiana Marco è quello che sgattaiola in mezzo a tutti, chiedendo scusa da paraculo per trovarsi sotto al palco, senza rovesciare neanche una goccia della birra gelata che ha in mano, non è dono da poco.
( Massimiliano Barulli )

#18) MARGHERITA VICARIO
Bingo
[ Island Records ]
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…”Bingo” è sicuramente un album molto variegato non solo di generi musicali e di influenze diverse (alla produzione il grande Dade), ma anche di tematiche molto particolari che riguardano tantissimo il periodo storico in cui il paese si trova. Per questo io dico solo una cosa: che la sinistra riparta da Margherita Vicario.
( Gianluca Quadri )

#17) YOU, NOTHING.
Lonely//Lovely
[ Floppy Dischi/Non Ti Seguo Records/Dotto Records ]
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Scoperte e conoscenze, però, che non possono essere gratuite; esse implicano il confronto ed il contatto con le emozioni più buie, indecifrabili ed enigmatiche che si agitano dentro di noi; “Sonder” apre la seconda parte, più introspettiva, vorticosa e cruda dell’album, quella nella quale sensazioni diverse, spesso contrastanti, a volte più aggressive, rumorose e dirompenti, a volte più tenui, irreali ed oniriche, si alternano, anche all’interno dello stesso brano, come avviene in “Problems”, nell’itinerante ed evasiva “Closer” o nella finale “Gasers”, i cui feedback circolari anticipano, con rinnovato trasporto e più matura consapevolezza, che nulla è compromesso: le nuvole possono anche essere basse e terribilmente cariche di pioggia, ma il nostro viaggio e quello degli You, Nothing. continuerà , deve continuare.
( Michele Brigante Sanseverino )

#16) BLUEM
Notte
[ peermusic ]
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…un viaggio musicale misterioso alla ricerca di suoni raffinati e suggestivi che raccontino con fierezza e originalità  l’essenza identitaria dell’artista: Donna e Sarda. Composto da sette tracce intitolate come i giorni della settimana, NOTTE è pieno di riferimenti artistici interessanti: si nutre della malinconia di Bon Iver, delle armonie di un certo Frank Ocean e del carattere della scena femminile in ascesa, in particolare di Rosalà­a, Grimes e Kali Uchis.
( Marta Veri )

#15) BLANCO
Blu Celeste
[ Island ]
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Se la classifica fosse stata solo italiana, Blanchito Babe Michelangelooooo si sarebbe preso il primo posto. Non solo per essere diventato in un anno l’artista più seguito nel nostro paese, ma per avere fatto uscire un cazzo di album da Grammy, Oscar e via dicendo rivoluzionando il nostro modo di fare musica.
( Gianluca Quadri )

#14) AIAZZI/MAROCCOLO
Mephisto Ballad
[ Contempo Records/Goodfellas/Ala Bianca ]
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Protagonisti indiscussi sono in ogni caso i due titolari del progetto che, mossi da genuina passione e sorretti da un inaudito talento compositivo, sono riusciti a consegnarci un lavoro che non solo omaggia in modo sincero e avvincente un evento che ha segnato i ricordi di chi c’era, ma che, attualizzato, veicola ancora oggi un messaggio intimo e allo stesso tempo dirompente.
( Gianni Gardon )

#13) CARMEN CONSOLI
Volevo Fare La Rockstar
[ Universal ]
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Carmen Consoli è sicuramente tra i migliori artisti in circolazione e con apparente semplicità  riesce sempre a tracciare percorsi affascinanti e “Armonie numeriche” sempre perfette, un’artista che riesce ad essere fedele a se stessa ma che allo stesso tempo sa essere sempre nuova e interessante: dopo tanti album ancora una volta non sbaglia neanche un brano.
( Fabrizio Siliquini )

#12) ANDREA CHIMENTI
Il Deserto La Notte Il Mare
[ Vrec ]
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“Il Deserto La Notte Il Mare” è un disco fatto di molteplici particolari, magnetico sin dalla splendida foto di copertina (tratta da un’opera di Nicola Vinci), e come tale va assaporato pian piano, nota per nota, parola per parola, fino a perdervisi dentro e ad innamorarsene perdutamente.
( Gianni Gardon )

#11) VASCO BRONDI
Paesaggio dopo la battaglia
[Cara Catastrofe/Sony]
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Il cantautore ferrarese, intrapreso un nuovo corso nel quale non occorre più celarsi sotto la fortunata sigla Le Luci Della Centrale Elettrica, confeziona un album maturo, profondo e assai personale, confermando la bontà  della sua scrittura, potente e delicata insieme. Vasco Brondi è decisamente uno degli esponenti più interessanti della canzone d’autore italiana contemporanea, lontano da mode e riflettori.
( Gianni Gardon )

#10) CHIELLO
Oceano Paradiso
[ Universal ]

Il 2021 è stato un anno di grandi debutti, soprattutto in Italia. “Oceano Paradiso” è il primo album solista di Chiello, 1/3 della FSK Satellite. Che ci fossero delle buone vibes e una certa convinzione da parte di tutti sulle capacità  del giovane Chiello, forse non del tutto espresse nel suo militare nella FSK, diciamo che con “Oceano Paradiso” il ragazzo ha sbalordito tutti. Il primo disco di Chiello è un affresco emo-pop mieloso, dissonante e a tratti piacevolmente disturbante. Lo straniamento prodotto da “Oceano Paradiso” è qualcosa di unico nel mainstream che potrebbe rimodellare la scena futura e fare da apripista verso un futuro pop molto interessante per l’Italia.
( Federico Guarducci )

#9) MACE
OBE
[ Island Records / Universal Music Group ]
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Non penso sia problematico che questo album riunisca ascoltatori di età  molto diverse, non penso che debba essere sminuito per questo, perchè è gia l’album frutto di unione e collaborazione e il suo obbiettivo è elevarci, nella maniera più soggettiva possibile.

La qualità  può metter tutti d’accordo. “OBE” deve farlo e lo fa.
( Naomi Roccamo )

#8) LA RAPPRESENTANTE DI LISTA
My Mamma
[ RCA Numero Uno ]

Ci sono certezze fisse. La Rappresentante di Lista, che ho conosciuto personalmente, è la mia certezza fissa. Il nuovo lavoro sanremese si posiziona al settimo posto perchè sicuramente lontano da quei vecchi lavori, ma comunque di grande impatto e di grande struttura. Veronica e Dario si confermano il miglior duo italiano di questi tempi.
( Gianluca Quadri )

#7) RACHELE BASTREGHI
Psychodonna
[ Warner Music ]
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Diedi un bel nove al primo progetto solista di Rachele. Mi dissero che se avessi dato quel voto allora per me avrebbe voluto dire “miglior album dell’anno”. Lo è (se non consideriamo anche la ristampa di “Forever” di Bianconi), ma considerata questa classifica mista direi che il quinto posto è tutto suo signori.
( Gianluca Quadri )

#6) CASINO ROYALE
Polaris
[Believe/Aldebaran]
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Contro me stesso, al mio fianco

Il bellissimo ritorno, dal respiro internazionale, di Alioscia Bisceglia e soci.
( Luca Dustman Morello )

#5) MARRACASH
Noi, Loro, Gli Altri
[Universal]

“Noi, Loro, Gli Altri” è il miglior disco di Marracash che è il miglior rapper italiano.
il nuovo disco di Marracash è un capolavoro di metrica e flow dove il quarantenne Fabio Rizzo senza rinunciare al suo stile e alla sua attitudine mette a nudo la propria anima e dirige le sue critiche lucide e vibranti all’indirizzo giusto. Marracash legge la trama della nostra società , ma guardando alle persone vere, che vivono e si esprimono come, dove e quanto possono sempre alla ricerca di esclusività  e individualizzazione di sè stessi. Questo processo non fa altro che distruggere però la solidarietà  e l’appartenenza sociale tipica degli esseri umani.
Marz ha fatto benissimo al rapper della Barona, un altro album rap con le migliori sonorità  mai sentite sullo stivale
( Federico Guarducci )

#4) VENERUS
Magica Musica
[Asian Fake/Sony]
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è chiaro che la musica, in ogni sua sfaccettatura e dimensione, è il fulcro di questo spettacolare e sorprendente debut album. Musica suonata per l’occasione, è giusto specificarlo, da numerosi musicisti quali Vittorio Gervasi al sassofono, Danny Bronzini alle chitarre, Enrico Gabrielli ai fiati, Danilo Mazzone all’Hammond ed Ethel Colella all’arpa.
“Magica Musica” è un prezioso prodotto corale che riesce a dare vita alla visione di Venerus, artista dal talento incredibile e dalle intuizioni brillanti, capace di conquistarsi il posto che merita in una scena musicale decisamente bisognosa d’aria fresca.
( Marta Veri )

#3) CRISTINA DONA’
deSidera
[Fenix Music]
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La nuova creatura un po’ selvatica di Cristina Donà  è nata grazie al crowdfunding, un disco eterogeneo che viaggia tra echi di elettronica preistorica e tanta grinta, arrangiamenti scarni e armonie cristalline, rabbia e malinconia. Incredibile il lavoro fatto nei testi mai così diretti e allusivi, circondati spesso da melodie dissonanti o minimali che rendono “deSidera” un ascolto complesso ma infinitamente soddisfacente.
( Valentina Natale )

#2) FINE BEFORE YOU CAME
Forme complesse
[Legno]
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Sbucato fuori quasi dal nulla in uno dei periodi più bui di questa terribile e sfibrante emergenza pandemica, “Forme complesse” dei Fine Before You Came è la perfetta fotografia dei nostri disgraziatissimi tempi. Il post-rock dalle venature emo e slowcore della band milanese non è mai stato così spoglio, crudo, intimo e commovente. Non c’è vera rabbia, ma solo tanta vulnerabilità : questo disco sembra essere stato scritto apposta per venir suonato in un locale vuoto, in cui domina un senso di quiete che sa di irrequietudine. Ascoltare le sette tracce di “Forme complesse” significa cedere a un dolore catartico che, a suo modo, riesce anche a essere rinfrancante: Jacopo Lietti, con i suoi testi e la sua voce costantemente rotta dalle emozioni, ti fa sentire meno solo. Un album di grande umanità  che avrebbe meritato maggior attenzione, anche perchè al suo interno troviamo delle canzoni davvero bellissime (“Acquaghiaccia”, “Piano Impreciso” e la favolosa “Cogoleto”, per me un piccolo capolavoro). Un colpo al cuore, ma ne vale la pena.
( Giuseppe Loris Ienco )

#1) IOSONOUNCANE
Ira
[Trovarobato]
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Era tanta l’attesa per il ritorno sulle scene di Iosonouncane (alias Jacopo Incani), alla luce soprattutto del precedente “Die”, che ne mise in mostra il debordante talento. L’artista sardo si è preso i suoi tempi ma ha saputo ripagare le nostre aspettative con un’opera in grado di alzare il livello della musica italiana tutta, rasentando il capolavoro. Non è un ascolto facile quello di “Ira” e non potrà  mai essere un “semplice” sottofondo, perchè inoltrandosi tra 17 episodi così misteriosi, lunari, tanto eterei quanto a tratti disturbanti, ma tutti indubbiamente intriganti, si corre il rischio di perdersi e di ritrovarsi alla fine della corsa frastornati ma pure arricchiti.
( Gianni Gardon )