Nuovo album di Elvis Costello registrato a distanza causa “maldido” covid con i suoi Imposters , e ancora una volta abbiamo l’ennesimo capolavoro, perchè Elvis è un maestro che ormai da tanti anni ci regala album fantastici.

Con “The Boy Named If” si torna alle origini, al cantautore pop rock del primo periodo con un album che ha la brillantezza dei suoi album migliori, nei quali la sua grande capacità  nel creare linee melodiche mai scontate si unisce ad un energia coinvolgente che noi, che lo abbiamo seguito per tanti anni, conosciamo bene.

Se nel suo ultimo lavoro “Hey Clockface”, (qui la recensione), ci aveva deliziato con una serie di canzoni con colori che andavano dal rock, al jazz e allo swing, per ” The Boy Named If” si torna ad ascoltare il Costello che avevamo conosciuto tanti anni fa.

Forse ispirato dalla rivisitazione in lingua spagnola del suo secondo album “This Year’s Model” datato 1978, che in collaborazione con artisti latini ha ripubblicato come “Spanish Model”, ” The Boy Named If” ha un forza unica, una freschezza a tratti commovente nel suo presentarsi come fosse un libro di favole per bambini.
Il brano di apertura “Farewell, OK”, uscito come singolo anticipatore, è un rock and boogie tirato, suonato e riempito dagli Imposters con la solita maestria, che fa da apripista a questo album vorticoso e coinvolgente dal primo all’ultimo brano.

Particolarmente criptico nei testi, ma sempre scritti con la sua solita maestria, Costello crea un mondo immaginario preadolescenziale a tratti malizioso nel quale musicalmente torna negli anni della sua giovinezza, rielaborati come fossero una fiaba.
L’album è pieno di pezzi bellissimi, “Paint the Red Rose Blue” è uno dei momenti più dolci ma allo stesso tempo drammatici, con un testo che tra le righe instilla un senso di inquietudine e amarezza, un amore che si è alimentato con bugie e crudeltà  rarefatta che rinasce nel momento in cui metaforicamente la romantica rosa rossa viene trasformata in una malinconica rosa blu.

Altri brani imperdibili sono “My Most Beautiful Mistake” con la partecipazione di Nicole Atkins, “Magnificent Hurt” dove i musicisti rendono tutto così eccezionale a partire dall’organo scatenato di Steve Nieve, “What If I Can’t Give You Anything but Love?” con la sezione ritmica che si mostra in tutto il suo splendore, con i grandi Pete Thomas alla batteria e Davey Faragher al basso.

“The Boy Named If” scorre via che è una meraviglia e ancora una volta Elvis Costello fa centro, non sono sorpreso perchè è uno dei più grandi artisti ancora in circolazione ma ascoltarlo ancora a livelli così alti mi riempie di gioia, non posso quindi che concludere allo stesso modo, il professor Costello torna a fare scuola a tutti, grazie maestro.

Credit Foto: Mark Seliger