“The Dream” è un buon disco.
Il nuovo album degli Alt-J (quarto in studio) segue il precedente “Relaxer” del 2017 e chiude il decennio inaugurato dal mirabolante esordio di “An Awesome Wave” del 2012. Nel 2014 era uscito il magnifico sophomore “This Is All Yours”.
I primi due album degli Alt-J sono state due vere perle, due dischi che hanno saputo aprire più di uno spiraglio verso nuove prospettive per la musica indie rock, molteplici possibilità  espressive grazie a sonorità  inusuali, mix giusti e una cura al dettaglio davvero maniacale.

Diciamocelo, c’era molta attesa e una grande aspettativa per questo nuovo capitolo degli Alt-J. L’hype intorno a “The Dream” è cresciuto nel tempo, alimentato notevolmente dopo il rilascio dei singoli (oggettivamente tre brani stupendi). Le alte aspettative si sono nutrite poi ulteriormente delle speranze che i fans, pur leggermente “traditi” dal precedente “Relaxer”, che rimane un ottimo album, coltivavano nel profondo, sperando forse in una finale consacrazione. Per alcuni probabilmente si trattava solamente di farsi una scorpacciata di buona musica, di portarsi a casa una scorta di canzoni meravigliose di cui vivere da lì per gli anni a venire.
In ultima istanza possiamo dire che “The Dream” rispecchi tutto questo e rispetti le aspettative?
Non del tutto.
Il nuovo album degli Alt-J ha una struttura raffinata e ben studiata, una scaletta strutturata con cognizione di causa. Le sonorità  sono variegate e lo spettro compositivo va a toccare tutti gli angoli dove la band è capace di arrivare con le proprie spire. Dalle ritmiche tribali e i corifei ritualistici all’elettronica più spinta, in alcuni frangenti qui (vedi “Chicago”) addirittura proposta e declinata in una inedita versione clubbeggiante.

Gli Alt-J con “The Dream” riescono ad arrivare forse a più persone, ma meno profondamente.
Sono convinto che questo disco sia un’opera di passaggio verso una nuova dimensione per la band. Per scoprire dove li porterà  il nuovo percorso servirà  del tempo, gli Alt-J sono soliti prendersene quanto serve con quella saggia tranquillità  figlia della dedizione all’arte e al lavoro.

Consiglio più ascolti.
Questo album, seppure sotto diversi aspetti piuttosto leggero, nasconde dentro di sè, fra le sue trame, notevoli sorprese e dettagli curiosi da osservare. Serve quindi metabolizzare.

Lasciategli del tempo per familiarizzare con le vostre aspettative e poter entrare da dove sono entrati tutti i suoi fratelli maggiori nel passato, conosce la strada molto bene.