Potevano deluderci i nostri danesi del cuore Kindsight? Altra scommessa vinta da IFB che quando punta una band raramente sbaglia un colpo. Ok, sto tirando acqua al nostro mulino e gonfio il petto, però, accidenti è bello notare che certe nostre scommesse non ci deludono, anzi, sanno confermare tutte le nostre più belle aspettative.
Seguiamo i Kindsight da un po’ (metà  2020) e fremevamo per ascoltare l’esordio dei ragazzi di Copenhagen che, a conti fatti, è già  in lista per uno dei dischi di guitar-pop più belli dell’anno.

Il quartetto già  dalla cover e dal titolo sembra darci l’indizio giusto delle coordinate del disco: un suono semplice, lineare e con pochi fronzoli, ma attenzione che quella parola punk può anche riservare piacevolissimi sorprese e variazioni sul tema. Ecco quindi che la band sa giocare carte dolcissime e delicate, in cui il morbido jangly si sposa con la morbidezza e le melodie disegnate dalla voce di Nina Hyldgaard Rasmussen, penso a gentilezze essenziali come “Panic Juice” o intimità  appena più movimentate e lo-fi da cameretta-indie “Trampoline To Me”, o, ancora, “Laughing Wood”, quasi in odore di Kings Of Convenience. Ma poi, come si diceva, ecco gli scossoni, quelli che ti mettono KO con ritornelli micidiali (“Don’t You Grow Up”), una grinta che cresce indomita (“Party Time”), lavori ritmici scomposti che ci fanno muovere la testa e quasi pogare (“Hi Life”) e una costruzione che abbandona la misura, ma si spinge a una gradita e riuscitissima impalcatura più indie-pop (la canzone più bella del disco, “Sun Is Always in My Eyes”). Dimenticare gli arpeggi di “Queen Of Cowboys” è giusto un sacrilegio per non parlare di “Weekend Thieves” che è magnifica apertura, solare e calorosissima, di un disco che, ripetiamo, è già  in corsa per un posto al sole nella classifica dei dischi del 2022.

Kindsight vi amiamo!

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