Dopo numerosi rinvii causati dalla pandemia tornano finalmente in Italia anche i Sophia: stasera ci troviamo al Locomotiv Club per uno degli ultimi concerti indoor della stagione per la venue bolognese, prima di trasferirsi alla vicinissima Arena Puccini per la programmazione estiva.

La creatura di Robin Proper-Sheppard ha pubblicato nel settembre 2020 il suo nuovo ottimo album “Holding On / Letting Go” e questa è la perfetta occasione per ascoltarlo finalmente anche dal vivo dopo quasi due anni dalla sua uscita.

Davanti a una sala piuttosto piena (seppur non sold-out) il musicista inglese di stanza da tanto tempo a Berlino ribadirà  più volte durante la serata la sua gioia per suonare ancora una volta in questa città , dove ha sempre ottenuto tante manifestazioni di affetto da parte dei suoi fan emiliani.

Il concerto si apre con “Strange Attractor”, la opening-track della loro fatica più recente: il brano è in continua crescita con quelle sue potenti chitarre a dominare la scena, ma nonostante l’intensità , è impossibile rimanere insensibili davanti alla dolcezza dei vocals di Robin, sul cui viso appaiono dei baffi che non gli avevamo mai visto in passato.

Anche la successiva “Undone.Again” è un estratto da “Holding On / Letting Go”: seppure non manchi di una buona dose di energia strumentale dalle influenze indie-rock, il pezzo si fa notare per le sue belle melodie che definiremmo quasi poppeggianti e per la passione nella voce di Proper-Sheppard.

Pure i musicisti di grande classe ed esperienza come l’inglese a volte, però, commettono degli errori: stasera infatti Robin, forse troppo emozionato, si scorda il testo di “Alive”, quasi vergognandosi per la mancanza, ma viene immediatamente perdonato da tutto il pubblico felsineo che lo incoraggia con un sentito applauso e, dopo aver suonato “Wait”, ci riprova e stavolta tutto gira alla perfezione. Il ritmo è basso, i sentimenti sono al centro della scena e poi c’è questo sax che disegna panorami dalla bellezza assurda, pur senza per forza seguire degli schemi predeterminati.

Facciamo poi volentieri un tuffo nel passato con “Desert Song N. 2”, presa da “People Are Like Seasons” (2004): è un continuo susseguirsi di emozioni in crescita così come la strumentazione. Si parte solo chitarra e voce per poi aggiungere anche il magico tocco del violino, ma è proprio quando pensi di aver portato a casa un brano toccante, che fuoriesce una violenza sonora davvero inaspettata, ma che descrive perfettamente i numerosi sentimenti che compongono questo splendido pezzo.

Altra perla della serata è sicuramente “If Only”, che non solo ci permette di fare un viaggio alle loro origini ““ l’album in cui era contenuto, “The Infinite Circle” è datato 1998 ““ ma ci regala altri momenti di poesia pura portandoci in un mondo folk in cui la passione dei vocals di Robin è la protagonista principale tra nostalgia e dolcezza.

Infine è “It’s Easy To Be Lonely” a chiudere il mainset: è un’altra di quelle canzoni malinconiche che partono con ritmi bassi costruiti con piano e percussioni per poi crescere ed esplodere, sempre però donando sensazioni emotive di rara bellezza.

E’ “Oh My Love” ad aprire il sostanzioso encore con riff potenti che ci portano verso territori alt-rock anni ’90 dalle melodie preziose.

Dopo l’energia di “Resisting”, il concerto viene chiuso da “We See You (Taking Aim)”, incazzata e dalle insistenti sonorità  punk, regala al pubblico emiliano un’inaspettata botta di energia prima di ritornare in mezzo al caldo e all’afa della serata bolognese.

Un’altra prova ottima per Proper-Sheppard e compagni che ogni volta che li vediamo dal vivo dimostrano di saper disegnare le loro emozioni con una classe immensa e tanta qualità : la dimenticanza di inizio concerto è ampiamente perdonata e il voto di stasera rimane senza dubbio molto alto.

Photo Credit: Guus Krol (CC BY-NC-ND 2.0)