Sei dischi con gli Ours più uno solista non sono bastati a Jimmy Gnecco per ottenere la notorietà  su larga scala che avrebbe ampiamente meritato, però gli hanno procurato un manipolo di fan devotissimi anche da questo lato dell’Atlantico. Il musicista del New Jersey, dopo tantissimo tempo, ha programmato una cinquina di date europee, e tra la Germania, la Spagna, il Regno Unito e la Francia, ha trovato spazio anche per un’apparizione a Milano.

L’Headbangers Pub è il classico locale piccolo ma ben curato, che punta, come è facile intuire già  dal nome, a una clientela soprattutto amante del metal, ma che non si è fatto alcun problema a ospitare, per questo concerto gratuito, un artista che, come ha detto lui stesso nel corso della performance, non è mai rientrato pienamente in scene o generi, ma che ha attirato l’attenzione di appassionati dai gusti più disparati. Il palchetto messo in un angolo di fianco al bancone permette un’ottima visuale a chiunque, ma, ovviamente, in questi casi c’è sempre il rischio di trovare avventori casuali che chiacchierano tra loro e tolgono un po’ di magia all’atmosfera. Per fortuna, stasera non succede nulla di tutto questo, e ognuno dei presenti rimane devotamente in silenzio ad ascoltare il proprio idolo.

Questo succede anche perchè in diversi hanno fatto moltissima strada per esserci: personalmente ho parlato con ragazzi venuti da Verona, dalla Toscana e, addirittura, dall’Ungheria e dalla Romania. A un certo punto, Jimmy fa questa riflessione a voce alta: “Molte di queste canzoni le ho scritte 18, 20, anche 25 anni fa, e la mia etichetta non ha mai pubblicato i dischi in Europa, ma voi le conoscete tutte. Se non è questa la definizione di successo…” . Sarà  l’unico momento di auto indulgenza all’interno di tre ore ininterrotte di musica solo voce e chitarra. Avete letto bene, tre ore, e se per caso vi state chiedendo se non sia troppo per un suono così essenziale, sappiate che, invece, il tempo è letteralmente volato.

Certo, Jimmy non ha solo cantato, ma ha anche un po’ parlato e stabilito un gran bel rapporto coi fan. Come dicevo, non si è mai messo su un piedistallo, e anche in quei rari momenti nei quali traspariva la frustrazione per non essere diventato un grande nome, la sincerità  l’ha fatta da padrona e ogni discorso è sempre stato a cuore aperto. In ogni caso, a parlare è stata soprattutto la musica, e il Nostro ha fatto vedere che, anche dopo tanti anni di carriera contrassegnati, anche, da seri problemi di salute, suona e canta sempre perfettamente, con tecnica impeccabile e con un trasporto emotivo secondo a nessuno.
Per noi fan, è stato un sogno. Personalmente, mi sono sentito trasportato in una dimensione ultraterrena, col mio idolo di una vita a pochi metri da me che inanellava senza sosta interpretazioni mostruose dei propri capolavori e quell’interconnessione tra lui e noi seguaci che diventava sempre più speciale man mano che si andava avanti. Tutta la varietà  e la bellezza del songwriting, della voce e del modo di suonare la chitarra di questo artista tanto magnifico quanto sottovalutato sono emersi compiutamente anche in una veste così essenziale. Chissà  cosa dev’essere un live degli Ours al completo. Purtroppo noi europei non lo sapremo mai, ma anche così ci siamo sentiti ricompensati della nostra devozione.

Certo, la musica di Jimmy non è basata esattamente su allegria e leggerezza, però davvero non si può non voler bene a un musicista capace di rappresentare in modo così intenso e genuino le tante difficoltà  che possono capitare a ognuno di noi e le insicurezze che possono farci stare male. Fedele a ciò che racconta nelle sue canzoni, Jimmy in un paio di momenti si lascia andare a confidenza drammatiche, sulla perdita di sua madre e su come sta ancora elaborando il lutto, e sulla propria salute, al momento più traballante che mai, e non lo si direbbe da ciò che è in grado di fare sul palco, ma purtroppo, da quello che racconta, c’è il forte rischio che stia dando tutto ora perchè non si sa per quanto ancora il suo corpo malandato gli permetterà  di cantare e suonare.

In ogni caso, ci penseremo quando sarà  il momento, e non rispetteremmo la forza d’animo di questo grande artista se ci lasciassimo andare alla tristezza. Teniamoci il più possibile il bello di una serata letteralmente unica e indimenticabile. Grazie per sempre, Jimmy!