Si sta parlando molto di Manuel Agnelli in questo periodo. In primis il successo di “La profondità  degli abissi”, poi il tour italiano, l’annuncio dell’album solista e il nuovo brano, “Proci”, dissonante e urticante sia nel testo che nella musica.

In una chiacchierata con “Rockol“, Agnelli parte dal concetto di volere “un nuovo me“. L’idea era proprio quella di far nascere un “nuovoManuel Agnelli, pronto a eliminare l’immagine forte che abbiamo sempre avuto di lui: “uccidere un me per farne nascere un altro“. E per sottolineare questo cambiamento, questo passaggio ecco “Proci”, la canzone che “mi rappresenta di più in questo momento“, fotografia rappresentativa della strada che l’artista vuole percorre da solo. Sopratto “Proci”, a quanto dice, è un modo per l’artista di “liberarsi e lasciar andare un po’ di tossine”, a tal punto che, quando qualcuno ha accostato il brano, per la sua complessità , a “Bohemian Rhapsody”, lui risponde che, visto il contenuto è più una “Bohemian Wrathsody” (ndr: Wrath in inglese è appunto la collera, l’ira).

Se si restasse colpiti dalle urla di Agnelli, beh, missione compita da parte dell’artista, visto che “la canzone è uno sfogo e non avrebbe avuto senso cantarlo in altro modo“, mentre percussioni e piano, sempre volutamente a quanto dice il cantante, giocano un ruolo determinante.

I Proci di cui parla il testo sono gli opportunisti: “gente per cui l’occasione giustifica qualsiasi cosa“, da non paragonare alle famose Iene del brano degli Afterhours, perchè quelle, in realà  “avevano una loro etica“.

 

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