E’ una selva oscura di formato dantesco quella in cui s’inoltra Tobia Poltronieri dei C+C=Maxigross in arte Tobjah al secondo disco solista dopo “Casa Finalmente” (2018). Undici brani che uniscono elettronica, ambient, dub nati in piena pandemia tra abitudini sospese, concerti cancellati e un futuro incerto almeno quanto il presente. La fine del mondo o meglio del proprio mondo personale diventa pretesto per un nuovo inizio, dove la chitarra lascia spazio a campionamenti, batteria elettronica, basso e percussioni.

Un approccio inevitabilmente più riflessivo senza trascurare il lato melodico che fa bella mostra di sè fin dalle prime note di “Senso” con la sua anima in bilico tra soul e hip hop, ritmi che contagiano anche la dinamica “Chi l’avrebbe detto mai?” e “Stella”. “Nuova stagione”, singolo apripista, è un po’ il simbolo di quest’album con la sua tranquillità  solo apparente e l’ottimismo mai veramente messo in discussione. Un secondo disco che viaggia a passo lento e cadenzato, godendosi lo strano paesaggio che si trova ad attraversare.

Le atmosfere brasiliane di “Suono (L’eterna ricerca del…)” e quelle un po’ trip hop di “Ricordati di te (Chi assaggia sa)” rendono interessante il percorso de “La Via Di Un Pellegrino” tra strade bianche e sentieri già  battuti che conducono a svolte inattese, quelle rappresentate da “La poetica del diverso” o “Incubo” e la tensione strumentale di “Pensare al cominciamento”. Quello di Tobjah è un on the road interiore che invita a perdersi nel mondo, con gli occhi ben aperti sulla vita che scorre e a volte va lasciata andare. Dedica affettuosa al compianto Miles Cooper Seaton che di Poltronieri è stato mentore, amico, “fratello cosmico” .

Credit Foto: Pietro Poltronieri