Dopo gli ottimi riscontri ottenuti ieri sera al Carroponte di Sesto San Giovanni (MI) ““ si parla di cinquemila presenze ““ gli Idles proseguono il loro tour italiano sotto il cielo di Padova e più precisamente al Parco Della Musica all’interno del ‘Parklife Festival’.

La band di Bristol potrà  finalmente presentare ai fan del nostro paese il suo quarto album, “Crawler”, uscito lo scorso novembre via Partisan Records, oltre ovviamente ai vecchi pezzi: anche qui gli attestati di stima non mancano con un numero di spettatori decisamente elevato, anche se non c’è il sold-out vista la grandezza del parco padovano.

Già  qualche attimo prima delle nove e mezza, orario ufficiale di inizio concerto, il gruppo inglese si presenta sul palco della location veneta per la gioia dei numerosissimi fan: è “Colossus” ad aprire i giochi. La band inizia a costruire un paesaggio decisamente oscuro e rumoroso prima che salga sullo stage anche il frontman Joe Talbot: i suoi vocals ripetitivi e aggressivi suonano immediatamente come un attacco frontale per la gioia del pubblico padovano che si agita come succederà  per i successivi centocinque minuti.

Altrettanto noisy e altrettanto cattiva poco dopo anche “Car Crash”, estratta proprio dall’album più recente: chi si illude durante il breve attimo di tranquillità  che i ragazzi di Bristol propongono verso la fine del brano, sbaglia completamente perchè la devanstante sezione ritmica composta da Adam Devonshire e da Jon Beavis è sempre pronta per farci ritornare immediatamente alla folle e devastante realtà  tipica degli Idles.

Un altro attacco punk potente è la vecchissima “Mother”, da sempre una delle preferite dei fan: se l’eccitazione rimane sempre a livelli elevatissimi, il coro invece esplode in qualcosa di inaspettatamente melodico.

Un altra nuova, “The Beachland Ballroom”, vede il chitarrista Mark Bowen per la prima volta stasera alle tastiere, mentre i vocals di Talbot sono riflessivi e malinconici, seppur gridati: non mancano le potenti inserzioni della chitarra di Lee Kiernan, ma l’atmosfera di questo pezzo rimane sorprendentemente calma.

La “pausa” dura però molto poco perchè la successiva “Never Fight A Man With A Perm” ci riporta subito su binari molto più aggressivi a partire dal saltellante basso di Devonshire, passando poi anche per le possenti sei corde di Bowen e Kiernan: il pubblico veneto non puo’ far altro che ringraziare, mentre un handclapping parte spontaneo.

“Crawl!” poi arriva ancora più diretta e intensa e Joe sembra davvero inarrestabile: è solo la melodia del coro a regalare qualche attimo più tranquillo ai presenti.

Le linee del basso di Adam sono davvero devastanti nella recente “The Wheel”, ben supportate dalla batteria di Jon e da eccitanti beat, esaltando i numerosi presenti, nonostante l’atmosfera della canzone rimanga piuttosto cupa.

“War”, invece, si sposta su territori hardcore-punk e il rumore incredibile creato dalla band di Bristol sembra quasi voler riprodurre i suoni dolorosi e terrificanti della guerra, argomento purtroppo molto attuale al giorno d’oggi.

E’ poi la volta del vecchio singolo “Danny Nedelko”, un incredibile momento di melodia, di gioia e di messaggi positivi, che vede Mark Bowen tuffarsi in mezzo alla folla: il pubblico è davvero incontenibile davanti a questo irresistibile brano pieno di energia e di luce.

Ci pensa “Rottweiler” (“una canzone antifascista”) a chiudere una serata che difficilmente dimenticheremo: gli Idles si sono dimostrati ancora una volta una vera e propria macchina da palco, inarrestabili, punky, aggressivi, ma anche capaci di trovare numerose soluzioni sonore e di lanciare con intelligenza messaggi di rispetto e di apertura verso gli altri. Un successo sotto tutti i punti di vista!

Leggi anche il nostro report sulla data romana degli Idles.

Photo Credit: Simoncromptonreid, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons