Più maturo, ruvido e aggressivo. In una parola: cattivo. Il Micheal Jackson con sguardo minaccioso e giacca di pelle immortalato sulla copertina di “Bad” è lontano mille anni luce dal giovanotto candido e azzimato dei tempi di “Thriller”. D’altronde, era necessario effettuare un cambiamento drastico e scioccante per portare a termine il non facile compito di dare un seguito a un album epocale che, a oggi, ha venduto qualcosa come settanta milioni di copie in tutto il mondo.

“Bad”, che pure ha frantumato svariati record dal punto di vista commerciale, non è neppure paragonabile al suo inarrivabile predecessore. Resta comunque un lavoro eccellente e per molti versi rivoluzionario; la degna conclusione della lunga e fortunata collaborazione con un produttore del calibro di Quincy Jones.

Scritte, arrangiate e registrate in compagnia di un esercito di formidabili autori e musicisti, le undici tracce contenute in “Bad” rappresentano a tutti gli effetti il picco creativo del Micheal Jackson dell’epoca d’oro. Un artista che, costretto a crescere troppo in fretta e fagocitato dalla disumana macchina del successo, non nasconde in alcun modo la sua natura di personaggio fin troppo sopra le righe.

In questo disco, infatti, tutti gli eccessi del performer statunitense sono in bella mostra; sembra quasi di ascoltare una traduzione musicale delle stranezze jacksoniane, calate in un contesto pop così ricco e carico di elementi da far venire il mal di testa. Considerazioni da intendere in senso assolutamente positivo perchè, nonostante le comprensibili esagerazioni di un’opera nata per essere colossale, “Bad” resta e resterà  per sempre un pozzo senza fondo di idee potenti e innovative.

Soprattutto per quanto riguarda il versante tecnologico, con l’impiego di una quantità  smisurata di strumenti digitali e sintetizzatori di ultima generazione capaci di rendere estremamente eccitanti persino brani che, in forme anche leggerissimamente diverse, probabilmente sarebbero stati molto meno coinvolgenti.

è questo il caso di “Speed Demon”, con il suo irresistibile giro di basso fitto e “singhiozzante”, e “Just Good Friends”, un duetto con Stevie Wonder poco amato dai fan e dalla critica ma in realtà  molto incisivo; una traccia soul ultra-patinata che gode di un sound pieno e rotondo, capace di far tornare in mente gli Scritti Politti del capolavoro “Cupid & Psyche 85”.

Nel bene e nel male le canzoni più note del disco, ovvero i nove singoli estratti (un’enormità ), simboleggiano perfettamente un’era fertile e purtroppo irripetibile della musica pop, in cui la professionalità , la creatività  e il coraggio contavano ancora qualcosa e tutto poteva venir messo in discussione. Perchè sono proprio i contrasti e le contraddizioni sonore – frutto anche dello scontro generazionale tra Jackson e Quincy Jones ““ a rendere tanto eccitante un album vecchio e usurato come “Bad”.

Tra ballad dolciastre ma incredibilmente suggestive (“I Just Can’t Stop Loving You”, “Liberian Girl”, “Man In The Mirror”) e pezzoni ballabili costruiti su solide basi funk (“Another Part Of Me”, “Leave Me Alone” e “Smooth Criminal”, arcinota anche nella cover proposta dagli Alien Ant Farm a inizio millennio), ricordiamo con particolare piacere l’hard rock con la brillantina di “Dirty Diana” (un brano sul tema delle groupie, non senza ragioni tacciato di misoginia), l’incalzante ritmo shuffle di “The Way You Make Me Feel” e il groove grezzo e bastardo della title track.

Quest’ultima, resa leggendaria dal videoclip diretto da Martin Scorsese e dalla parodia in modalità  “sovrappeso” prodotta da Weird Al Yankovic (“Fat”), ha al suo interno alcuni tra i versi più sporcaccioni mai interpretati da Michael Jackson (vedi il celebre Your butt is mine che fece saltare in aria le possibilità  di uno storico duetto con Prince, stranamente scandalizzato per la piccola volgarità ). Un bell’esempio di cattiveria da parte del Re del Pop, pubblicato solo pochi anni prima di venir toccato dalle vere mostruosità  che oggi ne appannano il ricordo.

Data di pubblicazione: 31 agosto 1987
Tracce: 11
Lunghezza: 48:40
Etichetta: Epic
Produttori: Quincy Jones, Michael Jackson  

Tracklist:
1. Bad
2. The Way You Make Me Feel
3. Speed Demon
4. Liberian Girl
5. Just Good Friends
6. Another Part Of Me
7. Man In The Mirror
8. I Just Can’t Stop Loving You
9. Dirty Diana
10. Smooth Criminal
11. Leave Me Alone