Perde qualche colpo in fatto di sorpresa perchè ormai la sua formula è rodata e arcinota ma riesce a non stancare mai questo “Cobra Kai”, frizzante e lieve, al netto di una prima metà  un po’ pastosa, anche nella sua quinta stagione.
Messa da parte temporaneamente la situazione tornei, questa volta ai Nostri, mai così maturi e uniti, tocca bloccare l’ascesa della nuova, temibile incarnazione del Cobra Kai, guidato non più da John Kreese ma dal temibile Terry Silver, un vero sociopatico dal portafogli pericolosamente capace.

Entrambe le fazioni ricevono questa volta aiuto dall’estremo oriente. Per Silver e i suoi Cobra un’intera squadra di spietati sensei dalla Corea, mentre per il fronte Larusso/Lawrence un vecchio amico da Okinawa, il simpatico ma letale Chozen. Entrambe le presenze sono ancora una volta retaggio della saga originale, che viene così e con qualche altra comparsa ancora una volta omaggiata.

Tra spunti retromaniaci, tanta azione (questa volta c’è anche un po’ di violenza e finanche una scena gore) e con uno sguardo moderno alle problematiche giovanili, “Cobra Kai” continua a viaggiare a vele spiegate. Annientato però Silver e paventato il ritorno di Kreese più incazzato che mai, la sensazione è che la serie abbia ormai davvero il fiato corto.
Mi piacerebbe ricordarla bene, simpatica e scanzonata com’è stata finora. Spero dunque che l’annunciata sesta stagione sia l’ultima e che metta la parola fine alla saga senza ulteriori annoiati giri di boa e ricicli vari – come del resto un po’ era già  successo nella terza stagione.