Di fronte a 90 minuti di musica così piena non ci si dovrebbe aspettare qualcosa di tipico, di abitudinario, chè i nostri tempi sono quelli del frullatore mediatico e sociale in cui siamo inseriti senza possibilità  di premere la leva dell’OFF, per cui un’ora e mezza per un album sembra un infinito poco abbordabile, mentre in realtà  “Typical music” è quanto di più vicino, consono e appiccicabile a quel grande universo che il caschetto dell’ex leader dei Charlatans possa contenere A.D. 2022.
I 22 brani di questo si sarebbe detto “doppio” riescono nel non facile ed ambizioso tentativo di aggiornare la versione più completa di Tim Burgess allargandone, se mai ce ne fosse stato bisogno, lo spettro rispetto alle produzioni precedenti, dando forma ad un’opera impegnativa, non di primo impatto, che merita diversi ascolti, con episodi chiaramente da riempimento, ma che rinfresca e cresce ad ogni passaggio, solidificando le melodie, imprimendo una sensazione di diffuso piacere e di ammirazione per qualcosa che si potrebbe definire beneficiato da classica maestria, che sta magari dietro gli intriganti frenetici arrangiamenti, se non proprio l’appeal weird di alcune cose, piuttosto che l’eterogenia di pezzi sostenuti nel loro insieme da un alto livello di ispirazione collante.

Quello che più fa effetto è la disarmante naturalezza di come si dipanano i brani, in questo pastiche che unisce lo sci-fi di immaginari televisivi anni 70, il pop barocco alla Elton John, il pop anche sinceramente brit pop anni 90, molte good vibrations dei sempre amati Beach Boys, melodie pre synth pop con venature psych, un pò di madchester smorzato dall’età  , in 22 canzoni che nella forma e nella sostanza incarnano l’essenza strabordante dell’autore che si fa accompagnare in questa impresa da due pezzi grossi come Daniel O’Sullivan e Timothy Lewis (ex Ulver e Julian Cope).

Colpisce la capacità  di destreggiarsi in equilibri di scrittura sempre in movimento, di un dinamismo quasi innaturale, riuscendo spesso a far risaltare melodie luminose ed accattivanti (“Take me with you”, “After this” per dire), in canzoni che non riescono a stare ferme, in cui il ridotto ricorso alla strumentazione non impedisce di optare per un eccesso di stili ed una certa sontuosità  sonora, (“The centre of me”, “Tender hooks” tra le altre), dove la libertà  espressiva conta molto di più del risultato finale, certo, ma dove anche ha del prezioso il solo immaginarsi il contesto creativo di “Typical music”, che rende giustizia al poliforme Tim ma anche alla nostra esigenza egoista di stimoli vitali nella scoperta di finalmente qualcosa di non così definito od inquadrabile.

Insomma, c’è cosi tanto da scoprire in “Typical music”, che non ci faremo tradire dal gradito compito di contenere tutto in una recensione che appunto limiterebbe la sua portata, mentre qui per chi riesce ad andare oltre l’impatto quantitativamente ostico della proposta, può trovare dei momenti personali più affini alla propria sensibilità , fuori dubbio nel   paio di gemme che si elevano dal resto, “In May” e “Magic rising”, sublimi canzoni pop lievi come la magia melodica che le permea, perfetti complementi della serenità  di ogni momento, canzoni pienamente riconcilianti che questo pop costruito ed ispirato permettono di cogliere.

Quindi, godiamoci questa musica tipica del folletto di Burgess, prendiamoci il tempo necessario, magari proviamo a staccare per poi riprenderla, tanto il mood non cambia, proiettiamoci nell’universo liquido e floreale di un artista che sa cogliere l’immediatezza dell’easy listening imbastardendolo con le sperimentazioni sonore e con la spinta di un presente evidentemente felice, frutto di un recente passato trascorso ad ascoltare musica, a intervistare, come noto ,via twitter amici artisti, che ha provato alla fine a fare un sunto, fra dinamiche sentimentali andate (“L.O.S.T”) e nuove (“When I see you”), fra pause e dubbi esistenziali (“Slacker…”), con lo spirito non identitario e assolutamente spassoso di chi non si prende mai troppo sul serio.

Avercene.

Credit Foto: Cat Stevens