Sapete cos’è l’orologio dell’apocalisse? Non voglio spiegarvelo a parole mie, non ne sarei capace. Preferisco fare un bel copia e incolla da Wikipedia: Orologio dell’apocalisse (Doomsday Clock in inglese) è un’iniziativa ideata nel 1947 dagli scienziati della rivista Bulletin of the Atomic Scientists dell’Università  di Chicago che consiste in un orologio metaforico che misura il pericolo di un’ipotetica fine del mondo a cui l’umanità  è sottoposta.

Volete una buona notizia? Oggi siamo a meno di due minuti dallo scoccare della mezzanotte, ovvero l’ora che simboleggia la catastrofe delle catastrofi. I cambiamenti climatici, la pandemia e il rischio concreto di una nuova guerra atomica ci stanno trascinando rapidamente sull’orlo del precipizio. Che fare? Struggersi dal dolore o festeggiare sbattendosene di tutto e tutti, come se non ci fosse più nulla da perdere? Io tenderei per la seconda opzione.

Se dobbiamo morire per forza facciamolo con dignità . Seguiamo il nostro istinto. Lasciamoci alle spalle le inibizioni. Recuperiamo la lezione del giovane Prince che nel 1982, nel pieno di uno dei momenti più tesi e drammatici della guerra fredda, registrò un album che resta e resterà  per sempre la perfetta colonna sonora per l’apocalisse.

Naturalmente sto parlando del monumentale e fresco quarantenne “1999”, un doppio LP da settanta minuti che include undici tracce mediamente molto, ma davvero molto lunghe. Un viaggio nel cuore del suono di Minneapolis che parte con la celeberrima title track, uno scoppiettante inno al party inteso come esperienza totalizzante se non addirittura finale.

Robusti ritmi funk fanno da sostegno a un brano leggero, colorato e divertente in cui Prince, accompagnato dalle voci di Dez Dickerson e Lisa Coleman, ci canta di cieli che diventano viola, di gente che scappa da esplosioni atomiche, di guerre che imperversano in ogni angolo del mondo e di proliferazione nucleare (Mommy, why does everybody have a bomb?). Un incubo terrificante per qualsiasi essere umano ma non per il coraggioso Prince che, di fronte all’apocalisse imminente, si prepara a combattere ballando fino alla morte (I’ll dance my life away).

La sua non è una sorta di insensibilità  al dramma, ma un incontenibile desiderio di vita che si espande a macchia d’olio nelle note di un grande classico del pop rock anni ’80, “Little Red Corvette”, e di un saltellante esperimento synth-pop a metà  strada tra rockabilly e Devo, “Delirious”.

Dalla quarta traccia in poi “1999” cambia in maniera netta e si trasforma in un piccolo manuale della musica del futuro. Sintetizzatori e drum machine diventano protagonisti assoluti in un tripudio di sonorità  pop, funk, dance e R&B che, come fosse un fiume in piena, travolge e cancella i generi, dando forma a un paio di preziose ballad aliene (“Free” e il capolavoro “International Lover”) e a inarrestabili jam elettroniche dal gusto innovativo e, perchè no, anche rivoluzionario.

Questo è sicuramente il caso di “Something In The Water (Does Not Compute)”, una canzone dai toni robotici e freddi che affascina con il suo continuo oscillare tra tensione e serenità . In altri pezzi, tra i quali quelli più lunghi del disco (“Let’s Pretend We’re Married”, “D.M.S.R.”, “Automatic” e “Lady Cab Driver” viaggiano tra i sette e i nove minuti), Prince si limita ““ per così dire – a gettare le fondamenta per il suono del funk post-apocalittico: un monumento al groove sintetico e disumano in cui i lick di chitarra e i giri di basso possono sì ancora avere un ruolo fondamentale, ma non sono per forza obbligatori.

Quelli che in passato erano elementi fondamentali si fanno prescindibili; la grandezza di un album come “1999” sta proprio nel suo riuscire ad azzerare ogni certezza per indicare nuovi percorsi da esplorare. Una bomba atomica “intelligente” che ha segnato in maniera profonda tutto il pop degli anni ’80.

Data di pubblicazione: 27 ottobre 1982
Tracce: 11
Lunghezza: 70:29
Etichetta: Warner Bros.
Produttore: Prince

Tracklist:
1. 1999
2. Little Red Corvette
3. Delirious
4. Let’s Pretend We’re Married
5. D.M.S.R.
6. Automatic
7. Something In The Water (Does Not Compute)
8. Free
9. Lady Cab Driver
10. All The Critics Love U In New York
11. International Lover