Preferita al decisamente più istronico (e probabilmente ingestibile) Morgan la nota direttrice d’orchestra Beatrice Venezi solo pochi giorni fa, lo scorso 17 novembre, è stata nominata consigliera per la musica dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

Nella sua prima intervista in queste nuove vesti politiche il ‘Maestro’ (più volte in passato la Venezi ha precisato di voler essere chiamata in questo modo in quanto titolo accademico preciso, e non ‘Maestra’) ha dichiarato di voler introdurre un albo dei critici musicali.

Di seguito quanto dichiarato al Corriere della Sera:
Penso a un percorso di formazione specializzato e a un albo dei critici professionisti. Nella mia visione mi spingo oltre: non solo per la musica, ma per la critica tout court. Penso che ci sia bisogno di inquadrare meglio i ruoli.

e ancora:
L’artista va valorizzato per quello che sa fare. E sostenuto anche economicamente. Vedo che oggi chiunque sia dotato di uno smartphone si erge a critico. E certe “‘critiche’, chiamiamole così, possono esaltare o affossare la carriera di un artista. Ecco perchè penso a un percorso di formazione specializzato e a un albo dei critici professionisti. Nella mia visione mi spingo oltre: non solo per la musica, ma per la critica tout court. Penso che ci sia bisogno di inquadrare meglio i ruoli.

Oltre a queste dichiarazioni, che non mancheranno di generare discussione tra i tanti ‘addetti al lavoro’ eventualmente toccati da simili provvedimenti, Beatrice Venezi ha aggiunto alcune considerazioni sullo condizione dei teatri in Italia denunciando la troppa esterofilia che domina l’attuale scena:
Cantanti, musicisti, direttori d’orchestra di altri Paesi riempiono i cartelloni. Per carità , il merito è merito e con questo non voglio dire di essere contraria ad ingaggiare professionisti non italiani. Ma penso che ci sia bisogno di sostenere anche i nostri. Non solo in Italia, ma anche quando si espongono all’estero, in contesti internazionali.

Infine ci scappa anche un commento su Morgan nome fortemente caldeggiato da Vittorio Sgarbi per il ruolo successivamente assegnato proprio alla direttrice d’orchestra:
Con Marco ci siamo scritti dei messaggi. Lui ha ironizzato sull’aver pianto per questa sua esclusione, ma io gli ho ribadito che la sua visione sarà  necessaria nel percorso che stiamo per intraprendere, perchè non c’è solo la musica classica, che è il mio ambito di lavoro, ma c’è anche altro, in cui lui può essere prezioso.