Con l’enorme saggezza che ci contraddistingue abbiamo deciso di aspettare che calassero le temperature e arrivasse davvero l’autunno prima di recensire questo terzo e penultimo EP del ciclo “SZNZ”, una saga di quattro mini-album che i sempre più produttivi Weezer hanno deciso di dedicare alle stagioni. Dopo il power pop bucolico di “Spring” e il rock robusto ma melodico di “Summer”, la band statunitense prova a modo suo a buttarsi in pista da ballo con le sette tracce di “Autumn”, un disco leggermente influenzato dal sound indie e dance-rock di Franz Ferdinand e The Strokes.

Questo a detta di Rivers Cuomo, ovvero il cantante, chitarrista e autore unico di quasi tutti i brani mai registrati dai Weezer. Dobbiamo credergli? Assolutamente no. Se siete fan delle creature di Alex Kapranos e Julian Casablancas, posso dirvi sin da subito che qui non troverete pane per i vostri denti; a mio giudizio, sempre per restare in ambito più o meno ballabile, questo lavoro sta ai Weezer come “Dynasty” sta ai Kiss. Il confronto è un po’ forzato, me ne rendo conto, ma è giusto per dare l’idea del tipo di fusione tra rock e dance che è stata operata: furbetta, in più punti discutibile ma non da buttare alle ortiche in toto.

Con i preziosi aiuti di due produttori di peso in ambito mainstream (Robopop e Suzy Shinn) e di qualche vecchia gloria del songwriting (tra i credits della bruttina ma orecchiabilissima “What Happens After You?” troviamo nientepopodimeno che il leggendario Desmond Child), i Weezer ci regalano la loro personalissima visione di dance-rock, di base il consueto power pop ultima maniera arricchito da ritmi incalzanti, ritornelli appiccicosi, chitarre elettriche e tastiere a iosa.

Niente di orripilante, intendiamoci, ma neanche di eclatante. Peccato, perchè l’avvio dell’EP è veramente molto promettente; ai più nostalgici la linea di synth che accompagna le note di “Can’t Dance, Don’t Ask Me”, un pezzo dall’animo danzereccio ma dal cuore malinconico, potrebbe persino ricordare certe cose del periodo “Pinkerton” (mi riferisco specificamente alla fantastica “I Just Threw Out the Love of My Dreams”, una B-side cantata da Rachel Haden).

L’elettronica, che pure fa da sfondo all’intero “Autumn”, non ha un peso decisivo in alcuna canzone. “Get Off On The Pain”, con il suo palm muting minaccioso e le strane atmosfere in bilico tra serenità  e inquietudine sulle strofe, si fa notare per un inatteso gusto metallico e un bel refrain in pieno stile Weezer. Molto piacevoli le candide sonorità  power pop di “Francesca”, un brano zuccheroso (ma non melenso) reso energico e ballabile dalla cassa in quattro e dal charleston in sedicesimi del batterista Pat Wilson.

Si poteva invece far benissimo a meno di “Should She Stay Or Should She Go”. Dietro l’invitante titolo alla Clash, infatti, si nasconde un malriuscito esperimento a base di armonie vocali e solos di sax ““ un pastrocchio triste a metà  strada tra pop punk e yacht rock. Nel breve divertissement sinfonico “Tastes Like Pain” tornano le interpolazioni delle Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi, nobile trait d’union del progetto “SZNZ”. In questo caso il primo movimento dell’Inverno ““ perchè poi? Non siamo in autunno? ““ fa da sottofondo a uno dei testi più deprimenti mai scritti da Rivers Cuomo, vero e proprio maestro dell’autocommiserazione (I hate me, I’m loser/I’m dummkopf, I’m stupid/I hate you, I’m sorry/I’m awful, I’m evil/Forgive me, I should be/Castrated, mutilated). Nulla di memorabile, ma è comunque interessante risentire i Weezer in versione orchestrale dopo la convincente prova in “OK Human”.

Per la fortuna di noi ascoltatori l’EP si chiude decorosamente con l’epica “Run, Raven, Run”, un’altra canzone tipicamente weezeriana caratterizzata da una struttura più complessa del solito (siamo dalle parti del “Red Album”, o se volete della suite “The Futurescope Trilogy” da “Everything Will Be Alright In The End”), da eccellenti parti solistiche e da un inconsueto mood natalizio che, insieme all’angosciante gracchiare dei corvi sul finale, sembra proiettarci direttamente verso l’ultimo sigillo della saga “SZNZ”. Come sarà  “Winter”? Rivers Cuomo ha parlato di sonorità  acustiche e folk alla Elliott Smith“…dobbiamo preoccuparci? Speriamo comunque sia meglio di questo autunno non sgradevole ma irregolare, contraddistinto da grande variabilità  sul versante della qualità .