Interferenze dark in un mare d’elettricità  e buone vibrazioni: Anarchy in your brain. Non mi va neanche più di parlare del tempo con le vecchiette per strada da quanto mi nausea la realtà  a volte. Sono fuso ma fuori è peggio dell’inferno. Ordinata e grigiastra Sylicon Valley del nulla, immenso buco vuoto sull’orlo d’implodere. Mi lancio verso lo stereo che ha dentro tutti e tre gli Archie Bronson Outfit stretti stretti in attesa di suonare quella cazzo di stupenda marcia che risponde al nome di Kink. Si, fateglielo il culo a strisce ai Kings Of Leon.

Il garage rock non è un opinione. Non lo è mai stata e mai lo sarà . E’, piuttosto, una sensazione lampante. Make or break: l’attimo in cui capisci che la tua vita forse poteva andare meglio. Qua dentro continui a sentirci i Rolling Stones e sei comunque grato a Dio (e a Keith Richards) che ancora non sei schiattato in malo modo. Era tanto che una chitarra elettrica non ti faceva galleggiare il pancreas in questo modo. Torni ai tuoi appunti di bestia rinchiusa (p.s. dovresti vomitare). Inviluppo del cervello: in matematica è molto complicato identificare con precisione una curva, in compenso è più semplice costruire con precisione una retta (non temete, “Dead Funny” vi aiuterà “…).

Cercate un grasso rapporto differenziale o accendete lo stereo e ricostruite il continuum dell’esperienza shoegazer accompagnati dalla stupenda psichedelia di questo punk da urlo. Fatelo a partire dal vostro posacenere stracolmo. Nota a margine: buon fuzz, stay buzz!