Applauso, lor signori – clap, clap – sta per iniziare l’unica indie-pastiche tragi-comica (più tragica che comica), irriverente, kitsch, distruttiva, esuberante ed esibizionista, che “demolirà  i confini tra musica, presentazione e promozione”. Non esiste morale o messaggio per i posteri; solo assurdità ; solo caos – a prezzi stracciati.

Introduzione
La giornata qualunque di uno qualunque dei Les Georges Leningrad: vedere uno spettacolo, cenare, masturbarsi; farsi di cocaina e di Big Mac; ubriacarsi e tentare più volte il suicidio; celebrare ogni giorno l’apocalisse.
Atto I (Terrazza Bellehumeur, Ontario)
Poney P, Mingo L’Indien e Bobo Boutin si conoscono, si ubriacano e si vomitano l’uno addosso all’altro; indi decidono di suonare insieme.
Atto II. (Polo Nord)
L’orso della Mentos che fuma il sigaro in compagnia di due pupe – probabilmente Miss Universo 2004 e 2005 (molto probabilmente Miss Portorico e Miss Venezuela). I Les Georges Leningrad seguono delle orme giganti e si ritrovano in un accampamento di Eschimesi neri che si mangiano allegramente l’un l’altro, secondo un menu concordato: oggi coscia di Rfwffstre in umido; domani chiappa di Dfefessw al forno; venerdì…

Dato che ormai ci sono – e che il 13 è in ritardo – si trattengono ed iniziano a suonare qualcosa, prendendo ispirazione dai rutti post-caffè-ammazzacaffè-ecc..
Atto III (Montreal, Transilvania)
Lo stream of consciousness di un pipistrello dadaista con la diarrea, appeso per sbaglio al filo dei panni di una prostituta (“Mange Avec Les Doigts”).
Atto IV (Un funerale vodoo o un dance party?)
I tre giocano allegramente a lanciarsi torte in faccia, a fare giochi di prestigio, sulla marcia funebre suonata da un ubriaco: cromaticismo synth, spezzoni radio in tedesco, canti incomprensibili e un ridicolo accento spagnolo (“Sleek Answer”).
Atto V (Un tendone del circo nel cuore della notte)

Il “rock petrolchimico” – miscela spastica di dub, disco, post-punk e no-wave – di tre clown senza mutande passa attraverso due lattine collegate da un filo (“The Future For Less”).
Atto VI (Sotto un tavolo)

Poney P si alza in piedi – con un paio di forbici in mano – scivola su una buccia di banana e cadendo – prima di finire dentro un armadio – rompe una finestra e le schegge feriscono l’occhio di un passante (“Mammal Beats”).
Finale (Un discount abbandonato)
Anime perse in perenne ricerca. Ovvero la selvaggia civiltà  post-industriale (“Scissor Hands”).