[L’intervista è molto lunga e me ne scuso a partire da adesso ma sono sempre dell’opinione che tagliare qualche domanda non è giusto nei confronti dell’artista e di voi che leggete. Sono del parere che se una cosa è originale, bella e coinvolgente nella sua interezza non bisogna mai mutilarla “a priori”. Abbiamo la fortuna, su questo sito, di non dover rendere conto a nessuno e non ci viene imposta una lunghezza da rispettare, perciò”…buona lettura. Per tutti coloro che invece ritengono sia “troppo” una pagina come questa beh”…potete tranquillamente andare su altri siti musicali ma sappiate che nessuno vi parlerà  così bene di Moltheni”…(e della sua passione per i Mars Volta!)]

Ad aprirmi la porta dell’appartamento è un Moltheni leggermente pallido, ancora convalescente ma in fase di ripresa da un forte raffreddore”… «Umbè”…ma che sta succedendo a Bologna”…fa un caldo pazzesco! » «Non lo so”…è scoppiata una nuova primavera”…io sto male proprio per questo motivo”…dovevi vedere che cos’era Roma tre giorni fa: l’Equatore!!! ». Percorro il piccolo corridoio fino al soggiorno, dove, alzando lo sguardo sopra l’armadio, vedo posizionate in bella mostra una lunga fila di lampade che sovrastano la stanza «Si, faccio collezione di vecchie abat-jour”…ne ho cinquecento sparse in tutta Italia, alcune a casa di mia madre, altre”….qui ne ho cinquanta. Ma accomodati pure sul divano ». Sta per cominciare l’intervista a un personaggio di solito schivo e leggermente diffidente ma onesto e sensibile come pochi. Durante questa lunghissima e avvincente chiacchierata avrò l’occasione di toccare con mano la grande cultura musicale di Umberto Giardini, la sua spesso irrefrenabile e bellissima “voglia di dire” e quella ottima vena condivisa dal sottoscritto del non vergognarsi di mandare liberamente all’altro paese chi se lo merita. Perchè, se svanisce anche questa possibilità , le cose forse avrebbero ancora meno senso di quello che già  hanno. «Guarda che schifo. E’ vergognoso!… » Mi fa, prendendo in mano una copia recente di una nota rivista musicale specializzata «”…invece di aiutare i gruppi emergenti e validi che avrebbero realmente bisogno di una copertina, vanno a ripescare un gruppo morto e sepolto di cui nessuno sentiva la mancanza e fanno pubblicità  occulta a questa marca! E’ uno schifo! ». Nella foto in questione il gruppo “in questione” è ritratto in primo piano, tutto propenso a far sembrare naturale la posa davanti all’obiettivo, ma il marchio di una nota marca di abbigliamento è più grande delle loro facce. Bene”…penso che possiamo cominciare.

“Toilette Memoria” potresti brevemente dirci da che cosa hai preso spunto per il titolo del disco?

Il titolo del disco non è altro che un omaggio che ho voluto fare a una persona scomparsa in una toilette”…in un bagno. Ho vissuto questa scena qualche anno fa e così, un po’ romanticamente mi andava”…


Dentro un bagno? Morta?

Si. Dentro un bagno. E’ stata una cosa molto forte ma non triste, assolutamente”…data dal fatto che non conoscevo questa persona. Ho vissuto questa cosa in maniera anche piuttosto distaccata ma è stato molto toccante per vari motivi che adesso non sto qui a raccontare”… . E’ quindi un omaggio a questa donna.

Molto folk, molta solarità  come nell’ “Età  Migliore” ma anche molta psichedelia e atmosfere più cupe e intimistiche. Insomma è un disco che tocca molti angoli musicali differenti. Sei sicuramente contento del risultato finale così vario e libero da schemi. Puoi considerarlo il tuo album migliore e completo?
Mah, guarda sono del parere che non è mai facile da parte di chi scrive musica considerare uno dei suoi album il migliore o il peggiore. Gli album rappresentano i cicli storici e questo, più che mai, rappresenta molto bene il ciclo storico della mia vita attualmente. Sicuramente posso dire che ho raggiunto un livello di maturità  nella scrittura dei pezzi in questo disco che mi corrisponde moltissimo: l’album è lungo ma anche molto vario e tocca tutti gli angoli scuri o meno scuri della mia personalità  artistica che parlano di me. Ecco, posso dire senza ombra di dubbio che questo è un album che attualmente mi rappresenta.

Cosa è cambiato musicalmente da “Splendore Terrore”? E cosa è cambiato in Umberto dall’anno di Splendore Terrore?
Mah”…fondamentalmente non è cambiato niente”…forse è cambiata la volontà  e la possibilità  che l’etichetta La Tempesta dei Tre Allegri Ragazzi Morti mi ha dato anche economicamente e quindi è cambiata l’idea di come produrre il disco (prodotto tra l’altro da Salvatore Russo ex SantoNiente). Non è cambiato nulla, forse qualcosina nelle sonorità  ma, considerando che i due dischi sono stati realizzati nell’arco di due anni, in due anni possono cambiare molte cose come non può cambiare anche nulla. Nel mio caso a livello personale non è cambiato fondamentalmente niente perchè nel privato mi considero una persona molto serena e molto felice, quindi l’album come nel precedente risente di tutto. E’ diverso, ma è simile contemporaneamente a quello di due anni fa!

La tua amicizia con Franco Battiato risale ai tempi del film “Perduto Amor” in cui tu interpretavi anche un piccolo ruolo o è una cosa molto più radicata nel passato?
E’ un amicizia forte quella che ritengo di avere con Franco Battiato e mi sembrava giusto che lui potesse apparire in questo brano che ho scritto per lui. Una cosa molto disinteressata, molto semplice e legata soprattutto al fatto che Franco Battiato è una persona molto disponibile, quindi anche molto fuori moda rispetto a tutti quelli che se la tirano nell’underground del rock italiano.

Come sono nate le collaborazioni con “i due Verdena” e con Pipitone dei Marta Sui Tubi?
Mah, potrei darti la stessa risposta”…sono stati contattati semplicemente, considerando che prima di essere artisti che stimo sono miei amici.

Il testo de “Nella Mia Bocca” come molti altri nel disco ruota attorno a pensieri guidati dalle tue esperienze personali di vita. Come è nata questa canzone?
Se dovessi dirti la verità “…non lo so”…non ricordo”…non è che metto a fuoco tutti i momenti durante i quali scrivo una canzone o ricordo cosa mi ha ispirato in quel momento. In realtà  giov le cose sono molto più semplici e disinteressate di quello che sembrano”…sono momenti”…sono ispirazioni che arrivano. In “Nella Mia Bocca” si parla chiaramente di una persona che si ama però si parla anche della vita che gira intorno al rapporto di due persone che stanno insieme e che si vogliono bene. In definitiva non è altro che un affresco molto intimo di uno che scrive una canzone. Punto e basta.

Senti, è vera la storia che dopo “Fiducia” hai fatto un album dalle sonorità  piuttosto “forti” e che hai trovato difficoltà  nel farlo pubblicare dalla tua etichetta? Che fine ha fatto quel lavoro?
Quel lavoro è chiuso nel cassetto”…momentaneamente non credo che lo pubblicheremo perchè sono del parere che ogni cosa ha il suo tempo: quello è un album che doveva nascere quando fu registrato”…non ci fu la possibilità  e ora è nel posto in cui deve stare, cioè dentro un cassetto.

Adesso vorrei passare a un paio di domande che sono arrivate in redazione da parte dei ragazzi che hanno partecipato al nostro contest. La prima la scrive un ragazzo siciliano di nome Salvo, te la leggo:
Cosa ti è rimasto dell’esperienza siciliana, musicalmente e umanamente?
Mi è rimasto tutto! Sia umanamente che musicalmente. Devo tutto a Catania e quindi tutto quello che scrivo, tutto quello che penso, tutto quello che faccio artisticamente nella vita lo devo a quel posto.

Questa domanda invece è quella che ha vinto il contest e abbiamo voluto premiare il ragazzo che l’ha scritta, Stefano da Roma, perchè ci è parso un tuo grande grande ammiratore che ha “analizzato a dovere una canzone del nuovo disco”: Nella prima traccia di Toilette memoria (“Io”), una parte del testo recita: “Nelle città  polvere bianca, dove il denaro canta la musica tace!” Le liriche di questo pezzo mi sembrano un richiamo al rapporto di Moltheni con le case discografiche; specialmente dopo la delusione della mancata produzione dell’album “Forma mentis” (che di fatto poi non ha mai visto la luce). La frase citata in particolare sembra creare un’ immagine inquietante di grandi produttori discografici che si distruggono di cocaina e si limitano a produrre dischi commerciali (richiamo al denaro), non prendendo affatto in considerazione lavori più impegnati e che proprio per questo motivo non venderanno milioni di copie (“la musica tace” proprio perchè mortificata e svilita). Questa è una mia personale interpretazione delle liriche oppure sono riuscito a leggere bene tra le righe?
Hai letto bene!

Come mai hai deciso di svoltare verso sonorità  più intime, acustiche, psichedeliche lasciandoti dietro le spalle il rock “d’impatto” immediato degli inizi? E’ stata una decisione ben ponderata, una svolta decisa o più che altro la naturale evoluzione del tuo percorso?
No”…non mi sono mai fatto mai troppe domande su quello che registravo, come lo registravo, da un punto di vista di produzione. Certo, ci sono stati momenti in cui ho amato di più le chitarre distorte, però è probabile che la mia strada reale sia questa; quella cioè di un cantautorato più intimista”…è un discorso del crescere, guardarsi allo specchio e riconoscersi, accettando la propria maturità  e la propria età .

Chi sono i tuoi migliori amici nel mondo della musica attualmente, sempre ammesso che tu ne abbia?
Allora, sicuramente i Marta Sui Tubi, i Verdena, i Tre Allegri Ragazzi Morti”…

“…a proposito! Come sei arrivato all’etichetta di Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti?
Ci siamo incontrati ad un concerto e abbiamo cominciato a parlare di lavoro”…qualche mese dopo ero già  in studio a registrare Splendore Terrore per la loro etichetta.

Qual è la tua giornata tipo?
La mia giornata tipo è: alzarmi la mattina, togliere l’auto da sotto casa perchè altrimenti poi passano i vigili e mi fanno la multa; passare molto tempo a casa a pulire perchè sono molto igienista.

Davvero? Hai pure un po’ di manie praticamente”…
Si si si si”…e poi”…stare qualche ora davanti al computer, però mi piace anche molto leggere, uscire e acquistare libri vecchi, soprattutto di politica anni ’70. Sono un appassionato di chitarre ma fondamentalmente sono un appassionato di vintage; tutto ciò che riguarda il modernariato: la moda, la cultura, la musica, il design”…tutto quello che è passato nel mondo tra gli anni sessanta e settanta. Ma forse perchè mi ricorda fortemente la mia infanzia, dato che sono nato negli anni sessanta. Mi capita di andare al cinema ma non sono uno che di notte esce molto”…vivo più di giorno.

Qual è il tuo sogno o incubo più ricorrente, qualcosa diciamo che durante la notte “ritorna”?
Mah credo che stiamo vivendo un’epoca che si sta progressivamente avvicinando a una sorta di baratro, quindi vedo tutto, in una forma molto serena, molto vicino al collasso. Credo che bisogna godersi quello che di sano ci dona la nostra vita, il mondo che ci circonda. La campagna, la serenità  di quattro mura, la gioia di comprare un disco, la voglia di guidare l’auto fuori città , la voglia di viaggiare, di stare bene con gli altri. Avere il coraggio di spegnere il cellulare quando si parla con una persona. Non ho incubi ricorrenti. Gli ultimi credo di averli avuti quando studiavo e avevo i compiti in classe il giorno dopo. Ma poi non mi è più capitato. Vedo però il futuro abbastanza nero e negativo. Sono uno oggettivo io. Difficilmente faccio finta rispetto a quello che mi circonda.

Quali i musicisti che nella tua vita hanno più influenzato il tuo modo di fare musica?
Potrei dire molte influenze diverse: ascolto quella che considero buona musica ormai da vent’anni. Sicuramente gli Smiths hanno rappresentato tanto nella mia vita ma, contemporaneamente, sono legato a Nick Drake, Neil Young, sono molto legato ai Led Zeppelin, Black Sabbath, i Doors hanno rappresentato moltissimo nelle mie “iniziazioni” giovanili musicali. Poi c’è questo grande, enorme, sconsiderato amore per i cantautori folk e per i visionari un po’ psichedelici come Jim O’Rourke”…

Quindi recentemente avrai apprezzato anche le doti di uno come Devendra Banhart”…
Devendra Banhart è anche una persona che conosco: è un grande rappresentante del New Folk Movement. Ma assieme a Devendra ci sono dei nomi degli ultimi anni che noi forse non conosciamo bene e a cui dovremmo prestare maggiore attenzione”…c’è Joanna Newsom, c’è Hope Sandoval”…

A me dal vivo ha impressionato molto Guy Blakeslee (Entrance)”…
Si si”…lo conosco benissimo Entrance anche lui poco valorizzato”…la buona musica c’è sempre stata e ci sarà  sempre. Sono convinto che più si andrà  avanti e più usciranno fuori delle persone interessanti, quindi è anche bello in qualche modo scrollarsi di dosso i classici. Poi te lo dice un vecchione come me! Ci sono degli esempi, e ce ne saranno sempre di più mi auguro, legati ai nuovi fenomeni degli ultimi anni che sono meravigliosi”…

Si ma a questo punto Umberto voglio i nomi!
Io ho un preparazione molto ampia. Negli ultimi anni ho seguito molto da vicino il percorso di personaggi come la Handsome Family, moglie e marito statunitensi legati ai fenomeni folk-blues, anche per certi colori quasi funerei oserei dire. Però considero Jim O’Rourke il padre di quello che noi in Italia chiamiamo “movimento” ma in realtà  sono solo cose che ci appioppano i giornalisti e la loro impreparazione. Ci sono moltissimi altri autori insomma oltre Devendra Banhart”…c’è per esempio Bill Callahan che si firma come (Smog)”…ecco”…(Smog) è un grande esempio, o c’è anche Cristina Carter che sta uscendo col nuovo disco che è molto molto interessante”…e poi altri nomi”…

Ok ok perfetto ho capito perfettamente: un po’ me lo aspettavo e un po’ son”…
Vorrei ricordare anche Damien Jurado!!! E’ uscito l’album in questi giorni”…Damien Jurado! Che è questo musicista nord americano molto giovane però mooolto efficace”…lo consiglio vivamente a tutti”…ma anche Rufus Wainwright che è questo figlio d’arte sulla scia di Jeff Buckley, se possiamo permetterci. Ma sono anche innamorato dell’indie rock neyworkese soprattutto della zona di Brooklyn, dove gli altri anni furono sfornati nomi che poi hanno quasi raggiunto una grossa popolarità “…basti pensare agli Yeah Yeah Yeahs o”…

Anche Strokes?
Beh no”…gli Strokes sono già  molto più commerciali. Ai nostri occhi in Italia forse gli Strokes appaiono alternativi ma in realtà  è una cosa”…è tutto molto pianificato il fenomeno Strokes e poi i testi secondo me sono davvero”…scadenti. Amo molto di più gli Oneida”…

Beh”…più sperimentali loro, quella degli Oneida è un’altra concezione di garage”…siamo un po’ “da un’altra parte” ma sempre venendo da quel territorio”…
Esattamente, esattamente! Poi io adoro un’altra band, li reputo fantastici”…loro si chiamano The Black Keys! Le chiavi nere!

Beh lì dentro c’è molto Jimi Hendrix”…penso a Rubber Factory”…direi tra White Stripes e Jimi Hendrix”… . Diciam”…
No aspetta”…dato che hai nominato Jimi Hendrix allora un’altra band che reputo FON-DA-MEN-TA-LE per l’hard rock mondiale attuale negli ultimi anni sono i Nebula. Questa band fenomenale californiana che nasce dai Fu-Manchu”…siamo a livelli altissimi”…credo che se fossero usciti qualche decennio fa adesso sarebbero valsi almeno quanto Jimi Hendrix.

Addirittura?Purtroppo non ha ancora avuto il piacere di ascoltarli”…beh guarda chiudiamo questa parentesi magari parlando a questo punto della svolta dei Black Rebel Motorcycle Club, band a cui io tengo particolarmente dopo l’ultimo disco. Cosa ne pensi della loro “virata” folk?
Lo conosco benissimo quel disco! Veramente benissimo! Mah”…è stata una svolta non si può dire nè positiva nè negativa”…oddio nel senso che di positivo c’è sicuramente il fatto che se ne sono fregati del successo degli album precedenti e hanno pubblicato un disco che piaceva a loro, anche se magari non gli avrà  dato ragione in discorso di vendite”… . E’ un disco [“Howl” etichetta Echo n.d.r.] molto legato al folk molto suonato. I Black Rebel Motorcycle Club sono secondo me una grandissima, eccezionale, band. Non bisogna farsi influenzare dalle cifre e dalla popolarità  che in questo momento potrebbero essere per loro leggermente sfuocate rispetto agli album iniziali.

Perfetto. Davvero. Abbiamo finito, questa domanda è un po’ partic”…
RICORDO LA MIGLIOR BAND DEL MONDO ATTUALMENTE CHE SONO I MARS VOLTA!

Dici?!?
Si!
In assoluto!!!

Beh adesso allora me la devi giustificare questa. Io non la penso come te. Cioè a me non piacciono molto, pur reputandoli ottimi musicisti. Il progressive”…non so”…io non ci sono “nato dentro”. Una persona che magari sin da bambino ha sempre ascoltato Genesis, Area, forse è più avvantaggiato per i Mars Volta”… . Però adesso devi giustificarmela!
Guarda te la giustifico dicendo che a parte che è una delle band che (non considerando U2 e Rolling Stones) hanno fatto tutti sold-out in ogni parte del mondo e un motivo c’è. Il motivo c’è soprattutto alla luce del fatto che, come dici tu giov, loro fanno una musica difficilissima. E quindi anche a livello epocale proprio distaccata temporalmente dai nostri anni. Però c’è da considerare un fatto”…e non sempre lo si può percepire quando si ascoltano le band suonare: bisogna considerare che molta gente al momento, e qui in Italia sta accadendo per i Verdena, è oltre. Non è solo semplicemente capace di suonare: è avanti”…a-v-a-n-t-i! Rispetto agli altri, con la testa. E quello che viene prodotto da quelle teste, è talmente superiore, è talmente eccelso, è talmente di qualità  sopraffina che non può essere compreso. Quindi parleremo molto bene e considereremo i Mars Volta una band che, nel suo piccolo, può considerarsi epocale tra sette o otto anni.

Mah guarda”…io ho letto alcune recensioni in giro sull’ultimo album, Amputhecture. Queste recensioni sono molto contrastanti. Ce ne sono alcune che ne parlano molto bene e ce n’è una di un giornalista che dice in poche parole “I Mars Volta hanno stufato. Annoiano, fanno puro revival e basta. Naif puro, fine a se stesso. Ripescaggio. Prendono solo dal passato e non creano”. Ecco io vorrei chiedert”…
Posso fare una parentesi?

Certo. Devi.
Ecco, il giornalista che ha detto questo non capisce un cazzo di musica. Non capisce un cazzo di musica perchè”…cioè”….la musica ragazzi è nero su bianco! Esiste il concetto del “a me piace, a te non piace” e ci mancherebbe altro”…però ci sono delle cose nell’arte che vanno oltre il giudizio mio e tuo. Cioè ci sono cose oggettivamente così.

Gli Area infatti sono oggettivamente grandi, anche se a me per esempio non piacciono”…
Perchè giov, tu pensi che io dentro casa mi metto ad ascoltare gli Area? Però oggettivamente non si possono paragonare gli Area a Fabri Fibra ragazzi!!! Ma chi cazzo se ne frega se Fabri Fibra vende dieci volte quello che hanno venduto gli Area negli anni settanta! Cioè”…non c’è un filo logico in tutto questo”…nero su bianco”…ci sono progetti che sfornano una superiorità , un potenziale, una conoscenza tecnica dello strumento che è oltre. E questo è innegabile. I Mars Volta sono una band epocale. Poi il fatto che io e te non ci compriamo il disco non è importante. Loro lo sono. Di fatto. Possono prendere 3 o cinque stelle sulle riviste ma non conta. Quello che conta è che chi magari ha scritto male dei Mars Volta non li ama. Probabilmente non capisce un cazzo, ma ci mancherebbe altro. Probabilmente anche io sotto il profilo del discorso che ho fatto non capisco un cazzo perchè non mi piace Fabri Fibra.

Chiudiamo con una cosa che non riguarda la musica: se Umberto Giardini fosse l’uomo più potente del mondo (il che è già  una condanna secondo me”…) qual è la prima cosa che farebbe?
Se io fossi l’uomo più potente del mondo? Mah”….probabilmente cercherei, anche se quasi impossibile, di ridistribuire meglio il denaro. Tutto il male che c’è nel nostro pianeta sta tutto lì. Dividere in maniera diversa la pagnotta.

L’intervista termina, ma la nostra voglia di parlare (believers or not!) non si è ancora esaurita del tutto. A “microfono spento” io e Umberto parliamo di vari argomenti e arriviamo a conclusioni che in linea di massima ci vedono andare d’amore e d’accordo. Veniamo da due generazioni differenti e pur non avendo in fondo granchè da spartire con lui, ritengo di aver imparato qualcosa oggi. Quello che era nato come un semplice botta e risposta è diventato poi, in parte, un dialogo aperto sulla vita.
Molto naturale.
Davvero bello.

Link:
Moltheni Official Site
La Tempesta Official Site

MOLTHENI su IndieForBunnies:
MOLTHENI Live @ Hanabi (Nola, 17/04/2009)
Recensione “I SEGRETI DEL CORALLO”

Recensione “TOILETTE MEMORIA”