Cosa c’è nel nel cervello di un bambino per anni continuamente tartassato da ore ed ore di tivù e videogiochi, da una sovrabbondanza di input stile Arancia Meccanica?
Nulla di buono? Confusione pura, pura spazzatura. Con l’accento da porre però sui due “pura”. La capacità  di raccogliere anche se inconsciamente segni e simboli, elaborarli in logiche, fantasiose quanto volete ma pur sempre logiche, e di generare ed assegnare significati e motivazioni anche a ciò che ad occhi più “adulti” risulta insignificante ed immotivato o semplicemente non importante. Tutta questa “sostanza” negli anni successivi viene progressivamente ordinata, ricollocata e quindi abbandonata, buttata in un gigante cassonetto – Vaso di Pandora.

I Paper Rad scoperchiano questo vaso con risultati a dir poco disturbanti.
Eh sì, perchè nel frattempo a quella purezza si è aggiunta una pesante dose di adulto disincanto, moderno cinismo e tanta tanta noia. Quello che era divertente e stimolante appare ora solo demente, quello che era tenero diventa inquietante.
Eppure estremamente ipnotico ed affascinante nel suo essere stordente.

Il desiderio di un impossibile ritorno all’infanzia si fa psicotico fino all’allucinazione. E’ la vendetta del cassonetto che diventa stile! Dell’immaginario di serie Z, di alienanti saghe fantascientifiche popolate da aberranti e brutali mostruosità  horror, del fantasy centrifugato col pop più spietato.
Scindendo la multimedialità  dell’opera dei Paper Rad nel tentativo di capirci qualcosa (tentativo destinato al fallimento e comunque, data la natura dell’opera, completamente inutile) o solo per provare a raccontarla si dirà  che quel che ne esce è:

A livello visivo: accecanti luci stroboscopiche in multicolor, colori fosforescenti negli accostamenti più improbabili, orrenda grafica digitale della preistoria, macropixel pulsanti. E ancora, in ordine sparso (non potrebbe essere altrimenti), videogiochi vintage, Garfield, Barbie e Ken, animali e mostri di peluches, sorridenti spot televisivi anni 80, stelline a profusione, pixellosi cuoricini parlanti, ortaggi antropomorfi, i muppet babies, dragoni cinesi, trolls ed extraterrestri in quelli che sembrano episodi di una cosa tra un cartone animato ed un videoclip.
A livello sonoro: scorie di suono, sigle da spot o telefilm, spazzatura digitale, loops, drones, inacapacità  strumentale, gabber hard-core, voci e suoni saturi di distorsione.

In definitiva: Cacca e scoregge, un calcio nel culo ad ogni concetto di gusto, bello forte! Evidentemente non può essere che una questione di amore o di odio, in entrambi i casi, estremo! Un segno dei nostri tempi che prima o poi (temo) saremo costretti ad affrontare: un’estetica artistico-culturale che presto ci ritroveremo dove meno ce lo si aspetta.
Dimenticavo! Ovviamente i Paper Rad fanno parte di quella ferventissima scena di Providence (anche se nello specifico sono di Northampton – Masschussets) che fa capo alla Load Records. E con questo si è detto tutto (e niente).