“La durata dell’universo deve essere una sola cosa con la latitudine di creazione che può trovarvi posto”. Quanti altri libri come questo dovremo buttare affinchè i nostri peccati possano essere finalmente espiati? Rimane tutto troppo statico da queste parti. Fermo. Immobile. Stagnante. La solita signora anziana col golfino rosa. Come ogni mattina si ferma di fronte al palo che ha affissi i cartelli del necrologio. Controlla se finalmente il mondo si è accorto che è morta anche lei già  da tempo. Il solito cane che mi piscia sulla ruota posteriore sinistra della macchina.

Tutto troppo prevedibile signor cane. La solita inquietudine. Per fortuna, mai come quest’anno, il folk mi è servito per modellare come argilla le paranoie più spigolose. Il 2006 l’ho diviso in parti uguali per evitare ingiustizie, ma sono ben consapevole che l’ago della bilancia pende nettamente verso una direzione. Un pezzo di torta a te caro Rock’n’Roll: mi sembri un po’ in fase calante, non avrai mica deciso di andartene definitivamente? E un pezzo di torta a te caro Folk: stai allungando i tuoi raggi luminosi praticamente ovunque. Sono fiero di te. Me le prendo volentieri le tue radiazioni sulla pelle. “Collision Time” è una sorpresa. Quanti fiori che mi vengono in mente ascoltando questa musica. Tutti bidimensionali e disegnati con una matita nera. Tutte figure che si contorcono, simmetriche, floreali, Devendrabanhartiane. Fino all’altro ieri non sapevo neanche chi fossi, mia biondissima Katryn Hahner. Perchè hai deciso di andartene dalla Germania? Perchè giri il mondo così incessantemente? Perchè ti fai chiamare Miss Kenichi come un manga giapponese? Perchè neanche quelli della tua etichetta a volte riescono a contattarti? Dove cazzo te ne vai tutta la notte? Anzi, no. Lascia stare. Non rispondere. Non me ne importa niente. Sei entrata nel mio 50% (falsato) di 2006. Bella storia quella della sola chitarra acustica e della voce.

Ci provano in tanti ma non sono poi in molti che se lo possono permettere. Non mi sono ancora stancato di ascoltare cose del genere. Credo che non mi stancherò. Bella storia quella della bassa qualità  e del tramonto. Bellissima storia quella del tuo disco in vendita a 10 euro sul sito ufficiale dell’etichetta. Se PJ Harvey o Suzanne Vega ascoltassero il tuo lavoro gli verrebbe un attacco di gelosia, perchè ultimamente loro non trovano più l’anima giusta dentro un arpeggio. Lasciano le cose andare e basta. Complimenti, hai molto da raccontare e lo fai in maniera avvolgente. Quindici canzoni che sembrano più che altro delle mini-storie. Quindici confidenze chiuse dentro solo 38 minuti non possono annoiare. Tutte dolci. Tutte con un bel finale. Tutte intimiste al massimo. Sussurrate. Arpeggiate. Differenti identità  in veste acustica che collassano, una dentro l’altra ininterrottamente. Calme come l’acqua piatta del mare all’alba. Sotto quell’acqua, Katryn, scommetto che arde un fuoco infernale, vero? Sotto quella tranquillità  c’è un mostro instancabile.

Ho ragione? Chill-out dell’anima: dopo Susanna And The Magical Orchestra questo “Collision Time” è la definitiva purificazione delle mie orecchie da tutto il male distorto e pieno di hype dei mesi passati. Continuiamo a scavare dalla parte opposta a quella che ci suggeriscono. Facciamolo, perchè di piccoli gioielli come questo ce ne sono altri. Beviamoci tutto. Toss off the underground.

Credit Foto: Antje Taiga Jandrig