Sono salato. Forse perchè il mio sangue è nomade per metà . Primordiale e itinerante. Mescolato con la polvere di tutti i viaggi passati. Te ne sei reso conto quelle rare ma intense volte che mi sono tagliato le braccia col vetro per curiosità . Colava un liquido marrone e denso. Organi impastati con la terra. Potresti tranquillamente squartarmi all’altezza dello sterno e a mani nude frugare tra le mie budella. Tireresti fuori solo terra umida e caldissima. Una poltiglia marrone granulosa, ancora intenta a digerire gli ultimi pezzi di plastica di un disco. Organi dal forte odore ancora presi nel mezzo del lavoro su una produzione strana. Oggi si è assimilato Don Quibòl. Disco fortemente psichedelico e oscuro. Potente. Lui scava parecchio finchè non trova qualcosa da riportare in superficie. Paolo Saporiti, Christian Alati (Cods, Gatto Ciliegia, Lo-fi Sucks), Lucio Sagone (Franklin Delano, Ronin, Gatto Ciliegia). Stop. In mezzo a loro un oceano scurissimo di lente vibrazioni. Saporiti canta e suona e io penso a un Mike Patton in bilico tra il folk e un pensiero nero che schizza sulle stelle e sulle strisce che circondano tutto questo progetto targato Canebagnato Records.

Sangue impastato”…ancora. Tutto molto curato e ricercato. Non c’è una nota fuori posto, non c’è una canzone che non ha una verve propria e trascinante. Progetto musicale che può piacere in maniera particolare di sicuro a chi ama i dischi degli A Perfect Circe. Il punto di partenza è il marchio di fabbrica di Paolo Saporiti: una nenia maledetta che a differenza del suo disco d’esordio come solista, trova in questa produzione un appoggio più elettrico e sperimentale per farsi carico e forza di tutte le esperienze vissute nel corso della propria esistenza. Tutto cadenzato, lento come un enorme elefante che procede al buio, non curandosi minimamente del mondo che, velocissimo, gli sfreccia a fianco. Un enorme creatura in cammino verso il post rock. Era parecchio che non m’imbattevo in un disco con questa attitudine sonora. L’epidermide si stava abituando troppo al garage con i brufoli. Preoccupazione per il futuro. Ma quale vita stiamo vivendo? E’ qui che il cuore comincia a saltare i battiti. Qui è dove la pelle del collo si fa maciullata e violacea, forse è qui dove le vostre angosce devono digitare il codice alfanumerico anti spam per entrare e fare come cazzo gli pare. Tutto molto circolare. Tutto molto contaminato e notturno. Tremendamente affascinante.