PROGRAMMA
Salone della Cultura: SPEKTRUM [GB], DANIEL METEO plays SHITKATAPULT [D], MINILOGUE [S], LUCIANO [CH], GABRIEL ANANDA [D], ELLEN ALLIEN [D]
Aula Magna: LORENZO OGGIANO [I], FM3 plays BUDDHA MACHINE [RC], MODIFIED TOY ORCHESTRA [GB], ALVA NOTO [D], KTL (Stephen O’Malley & Peter Rehberg) [USA/A]
Terrazza: BATTLES [USA], APPARAT [D], NATHAN FAKE [GB], PHIL HARTNOLL plays ORBITAL/LONG RANGE [GB]

Da anni punto di riferimento per appassionati e addetti ai lavori dell’universo elettronico italiano, la settima edizione di Dissonanze offre un cartellone che travalica decisamente i confini italiani per offrire un programma di richiamo internazionale.
Nel weekend tra il primo e il due giugno il Palazzo dei Congressi dell’EUR è stato l’incredibile palcoscenico per gli artisti elettronici e avant più interessanti degli ultimi tempi: Battles, Apparat, Nathan Fake, Ellen Allien, KTL, Giardini di Mirò, Christian Fennesz e Mike Patton, Orbital, Digitalism, Pole, Isoleè, PlanningToRock, Alva Noto, Luciano. Vale a dire tempeste di drones al fianco di party-band electro, sperimentazioni noise a bracetto con dj set ipnotici, concerti math-rock e live di abstract techno.
Una bella mano alla ( definitiva ) affermazione delle Dissonanze romane viene data puntualmente dalla location, quel già  citato lascito mussoliniano che è il Palazzo dei Congressi. Tra il verde del parco delle Tre Fontane ed il resto degli uffici che lo circondano, con le sue linee austere, quasi trascendenti tanto dotate di una solenne imperiosità  comunicativa, il Palazzo razionalista fulcro del quartiere EUR emana un fascino ambiguo, difficilmente descrivibile specie se contestualizzato all’interno di un evento multiforme qual è Dissonanze.
Il costo dei biglietti è più che abbordabile ( 23 euro al giorno in prevendita ) e permette di accedere ai tre spazi dove si svolgono i live: il Salone della Cultura, l’area più grande e affollata perchè dedicata prevalentemente ai Dj set di maggiore affluenza; l’immensa Terrazza dove si tengono i live elettronici e infine l’Aula Magna dedicata alle proposte più sperimentali.
In questo scenario esaltante, pure va fatta una piccola critica. A mio avviso quest’anno si è curato, giustamente, moltissimo l’aspetto dei nomi ““ specie nei Dj set, per i quali avevano pagato il biglietto, credo, i ¾ delle persone ““ e molto poco quello dell’apporto ” visuale “, se non forse nel Salone della Cultura con effetti suggestivi epperò tipicamente da ” discoteca ” ( laser e via discorrendo ). Mi sarei aspettato invece un grosso lavoro in questa direzione, specie nella Terrazza, magari con diversi schermi dietro il palco ad integrare l’esperienza musicale, mentre in quell’area ci si è limitati ““ forse per paura di possibili acquazzoni ““ a delle proiezioni piuttosto statiche sulla facciata del Palazzo.
Detto questo, non si può che rendere merito ad un’organizzazione che, lo ripeto, dal nulla ha portato Dissonanze a poter competere con con tutte le migliori realtà  europee.
Detto questo, passiamo ai live.
Da settimane il mio programma era per buona parte definito: Terrazza dalle 23 alle 2 con opzione sull’ora successiva per ascoltare nell’ordine Battles, Apparat, Nathan Fake e, forse, pure Mister Orbital Phil Hartnoll; poi riposo, drink, scelta possibile tra Luciano, Alva Noto, KTL e Gabriel Ananda tra le 2 e le 4 circa, sicura presenza, fisico permettendo, al set di Ellen Allien che sarebbe iniziato alle 4,30.
Il programma era definito, ma le cose non vanno sempre come si vorrebbe. Tra incurie personali ( attesa di ” amici ” ritardatari ) e problemi logistici ( al parcheggio e al botteghino ) riesco infatti a perdermi quasi tutto il concerto dei Battles, il gruppo statunitense di post (?) math rock osannato da critica e pubblico dopo l’uscita su Warp di ” Mirrored “. Anche se il sottoscritto era stato più affascinato dalla precedente raccolta di Ep che da questo album, non nego che mi sarebbe piaciuto molto vederli dal vivo, soprattutto per valutare in che misura la componente elettronica permeasse il loro suono live. Ma dato che così non è stato, mi limito a riportare fedelmente i commenti della nostra Jaguattina preferita, che del loro concerto scrive ” la band statunitense Battles ha aperto il festival di musica elettronica Dissonanze 2007. Primo live in programma alle 23.00 sulla Terrazza, con il pubblico ancora scarso a quell’ora, i Battles hanno aperto il festival nel migliore dei modi, con i loro intreccio di chitarre, tastiere e suoni elettronici, esaltati da una batteria davvero potente. Incredibilmente, persino meglio che su disco. Peccato per chi se li è persi “. Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, credo.
Poco male, perchè invece il live di Sascha Ring me lo gusto in prima fila dall’inizio alla fine. Apparat è ormai divenuto membro d’onore del pantheon elettronico mondiale grazie alla continua evoluzione di un suono personalissimo che dagli esordi si è aperto sempre di più ad una forma di pop onnivoro che mastica tanto gli ultimi, magnifici, Telefon Tel Aviv su disco quanto le ritmiche Border Community dal vivo. Ed infatti il live del co-fondatore della Shitkatapult risente molto più dei bleeps acidi del socio T.Raumschmiere e della psichedelia sintetica di colui che gli succederà  sul palco Nathan Fake piuttosto che del soul elettronico di Joshua Eustis, produttore dell’ ultimo ” Walls “. Dopo qualche pezzo iniziale legato alle ultime declinazione del suono Apparat, Sascha inizia a spingere di brutto, aumentando i BPM fino a rendere il live debordante di ritmiche ballabili. La direzione dancey viene accolta con grande soddisfazione da buona parte del pubblico che, specie nelle prime file, si dimena sguaiatamente indossando occhiali da sole e agitando bottigliette d’acqua in mano, ” costretto ” a dover ballare Apparat all’Eur mentre probabilmente sognava di essere al matineè dello Space con Roger Sanchez o, più prosaicamente, a quel magnifico evento romano chiamato Diabolika.
Proprio mentre si ballava tutti compatti ed il berlinese d’adozione stava per chiudere un set eccellente, improvvisamente parte un cavo che decreta l’immediata fine della musica. Incazzato come una iena coi tecnici, Sascha se ne va ringraziando il pubblico che lo applaude comunque entusiasta.
Purtroppo non lo si rivedrà  nè 3 ore dopo sul palco con Ellen Allien, con cui ha condiviso ” Orchestra Of Bubbles ” nè, a maggior ragione, il giorno successivo coi Giardini di Mirò, con i quali ha collaborato per ” Dividing Opinions “.
Nathan Fake è un ragazzino imberbe coi capelli neri arruffati, ha un viso disteso e sorridente, un laptop, un altro paio di macchinari ed un mare di idee che gli frullano in testa.
Superfluo ricordare il concentrato di meraviglie psichedeliche e asprezze Aphex Twin che fu lo scorso anno ” Drowning In A Sea Of Love “, una delle prime uscite dell’etichetta dell’amico e coetaneo James Holden. Il live comincia subito alla grande, partendo con ” Stops ” e poi regalandoci una strepitosa versione dilatata di ” The Sky Was Pink ” che fa impazzire proprio tutti, dai surreali aspiranti ” ibizenchi ” di cui sopra alle moltissime persone venute qui solo per l’inglese. Pian piano anche Fake comincia a spingersi in territori ritmici spezzati e ballabili ma costitutiti, rispetto ad Apparat, da un’arcobaleno di suoni incredili, un flusso dance pieno di colori accesi e refrain psichedelici.
A fine concerto la sensazione diffusa ““ ed in seguito pienamente confermata – è che sarà  difficile poter assistere ad un altro live di questo livello durante le prossime esibizioni.
Sono le due passate e tra poco Phil Hartnoll suonerà  il materiale degli Orbital, ma mi rendo conto che sono stato circa 2 ore e mezza in piedi su una panca di marmo senza poter muovere altro che la testa, così decido che di andare a bere qualcosa fuori.
Avviandomi verso l’uscita mi fermo ad ascoltare qualche minuto Alva Noto nell’Aula Magna. Interessante, ma non è il mio genere per cui preferisco bypassarlo ed uscire nel piazzale accompagnato dai bassi sporchi del Dj Set di Luciano nel Salone della Cultura.
Corroborato da un paio di birre ed un panino e resomi conto che ormai Hartnoll aveva terminato il suo set, mi dirigo di nuovo verso l’Aula Magna per ascoltare l’incensato KTL, ovvero Stephen “‘O Malley ( Sunn O))) ) e Peter Reheberg.
Se ho un pregio è che in ambito musicale sono sempre, e dico sempre disposto a conoscere nuove sonorità  e ad ” imparare ” da chi ne sa più di me. Nel caso di KTL sono quindi dispostissimo a farmi spiegare dove possa risiedere il fascino di questo duo, perchè personalmente non riesco a trovare un solo motivo valido per cui dovrebbe interessarmi un progetto in cui uno ( “‘O Malley ) tiene la stessa nota di chitarra per un’ora effettandola in modo noise quando non metal, mentre l’altro si occupa blandamente del laptop. Risultato: un’ora di violenti drones senza neanche quelle sporadiche variazioni presenti sull’ultimo disco. Per misurare il contrastante appeal del gruppo, basta osservare le reazioni dei presenti in sala, che variavano tra coloro cercavano di dormire, tra chi se ne andava deluso e chi ( pochi ) partecipavano coinvolti.
Con questo non voglio ovviamente dire che poichè io non sopporto certe cose avant-noise gli statunitensi andavano tagliati dal cartellone, ma vedendo il loro live e quello ancor più irritante di PlanningToRock il giorno seguente mi sono chiesto per quale motivo gli organizzatori non abbiano ad esempio pensato di concedere un’ora di Aula Magna ad una formazione italiana come i Port Royal, che spesso bistrattati in patria avrebbero potuto avere per una volta la ribalta internazionale che meritano maledettamente. Insomma quando viene supportato da una superba qualità , un pò di sano campanilismo è pienamente giustificato…
Uscito dalla sala con ancora i fastidiosi ronzii kappatielliani nelle orecchie, mi dirigo senza indugio nel Salone della Cultura dove mi lascio avvolgere completamente dal live scurissimo di Gabriel Ananda. Minimale come pochi, il set del tedesco si struttura intorno a suoni profondi e dilatati che Ananda manipola sapientemente per il dancefloor. Acido e potente, come nell’ultimo ” Bambusbeats “.
Come da programma, verso le 4 e 30 sale in consolle Ellen Allien. La berlinese non ha bisogno di presentazioni: Dj, proprietaria dell’etichetta BPitch Control, autrice di dischi strepitosi ( ” Orchestra Of Bubbles ” resta uno dei migliori album dello scorso anno ), fashion designer nonchè produttrice capace di scoprire future stelle ( vedi l’esordio di Damero ” Happy In Grey “, recensito da poco su queste pagine ). La performance romana riverbera piuttosto fedelmente la sua ultima selezione per il Fabric londinese ( il 34esimo volume della serie ), ovvero minimal techno vecchio stampo, liquida e ipnotica che talvolta si avventura in territori quasi trance. Il suo set si espande versatile fino alle 6 come un viaggio lisergico all’interno dei confini della techno contemporanea, sovrapponendo grumi di beats sintetici e landscape cosmiche, fino al richiestissimo ultimo disco ( in verità  poi ne ha messo pure un altro su richiesta forzata, ma vabbè… ) che è ” Harrodown Hill ” di Thom ” The Eraser ” Yorke.
Solo a quel punto decido di arrivare fin sotto il palco, sgusciando tra sudati adepti al culto dell’mdma, giusto in tempo per vedere da vicino l’Ellen Allien che ricordavo, tutta sorrisi gentili, balli entusiasti e baci alla folla. Sarà  pure diventata una star, ma la passione resta quella di sempre.
Alle 7 sono a casa, stanco ma in trepidante attesa della serata successiva…

Thanx to Giulia Baldi

Link:

DISSONANZE Official Site
DISSONANZE MySpace

Mp3:
Minilogue – Live In Berlin (Recorded June 2006 @ Ostgut/Panorama Bar, Berlin)
Spektrum – Don’t Be Shy (Tom Neville Vocal Mix)
Spektrum – Kinda New (Dirty South Remix)
The Battles – Atlas (DJ Koze Remix)
Four Tet – A Joy (The Battles Remix)
The Battles – Dance
Alva Noto – Haloid Xerrox Copy 111 (from the album “Xerrox Vol.1”)
Alva Noto – Haloid Xerrox Copy 3 (Paris) (from the album “Xerrox Vol.1”)
KTL – Forest Floor 3 (from the album “KTL”)
Nathan Fake – You Are Here (Fortdax Remix)
Apparat – Arcadia (from the compilation “Fabric 43: Mixed by Ellen Allien)
Apparat – Hold On (Chris De Luca VS Phon.o Rmx)
Apparat – Komponent (Telefon Tel Aviv Remix)
Ellen Allien & Apparat – Live At Fritz LoveRadio
Ellen Allien – Live At Liberty One
Ellen Allien – Always (Club Vocal Mix)
Gabriel Ananda – Doppleweeper (Live Version) (from the compilation “DJ KICKS: Hot Chip”)
Gabriel Ananda – BBC Radio 1 Essential Mix, 2007-01-21

Video from the NITE:
KTL

ELLEN ALLIEN



NATHAN FAKE


APPARAT


GABRIEL ANANDA