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Un supergruppo solitamente non è qualcosa che va oltre le capacità  dei singoli componenti della band, tutti impegnati solitamente con altri progetti. Spesso in un supergruppo ogni singolo elemento ci mette qualcosa di suo, ma le capacità  di solito non si moltiplicano l’una con l’altra. I New Pornographers fanno storia a sè, tanto è importante la loro musica nel panorama indierock, sicuramente più di quanto non siano i Destroyer, gli Zumpano o Neko Case, pur essendo artisti di tutto rispetto. “Challengers” , quarto capitolo della storia, ci da un’ennesima conferma in questo senso , pur mostrandoci che il percorso pop intrapreso inizia a prendere una strada diversa anche se ancora in “work in progress”.Per gran parte del disco, il power pop più tirato lascia spazio a brani leggermente più compassati, costruiti manipolando la materia pop con sapienza, ma smussandone gli angoli, rinunciando spesso alle esplosioni melodiche più aggressive. Le canzoni, pur essendo intrise di melodie mai banali, coretti, armonie vocali cristalline, hanno bisogno di qualche ascolto in più per essere assimilate in pieno. Esempio lampante in questo senso è la fascinosa “unguided”, un brano che parte acustico, in stile ballata alla “shins” e poi finisce con un bel crescendo corale. L’uso più marcato di trame acustiche è una delle novità  di questo “Challengers” che forse proprionei momenti più vicini al passato mostra il fiato corto e una sensazione di “già  sentito”. La voce di Neko Case poi, si rivela al meglio nei passaggi di stampo più cantautorali e folk ““rock come “go places”, mentre per il resto la coralità  voce femminile-maschile arricchisce le armonie costruite su canovacci classici, che rivolgono lo sguardo tanto al passato dei ’70 quanto ai giorni nostri, fugando ogni banalità  di sorta.

E questo non è affatto poco. In definitiva “challengers”è un disco più che buono, eterogeneo quanto basta senza risultare altalenante, complesso e comunque fresco, mai sovraccarico ,scritto come solo poche band nel panorama indierock attuale sanno fare. Però soltanto un poco a metà  del guado tra un passato energico ed un futuro probabilmente meno dirompente ma più affascinante. Aspettare la prossima mossa ascoltando questo disco non sarà  di certo una pena comunque.